A Onna 24 ore sul terremoto e le colpe
L’Aquila – (Nelle foto in alto Porta Napoli, ingresso nella città che non c’è più; il pubblico questa mattina, i professori Ferrini e De Luca, giovani attori in una recitazione) – CHI VUOLE SI RECHI A DARE TESTIMONIANZA – Dalle 10 di questa mattina, per 24 ore senza pause, l’Associazione 309 martiri, a Casa Onna, la struttura realizzata nella frazione aquilana distrutta dal sisma, mette insieme documenti, testimonianze, relazioni scientifiche e tecniche, racconti di protagonisti, resoconti di giornalisti: obiettivo, individuare colpe e responsabilità in tutto ciò che avvenne prima del catastrofico terremoto del 6 aprile 2009, almeno il terzo nella tormentata storia sismica aquilana. Una storia di eventi analoghi e periodici, che, stando a ciò che è accaduto, non ha insegnato nulla: solo ad allungare l’elenco delle vittime, a ingrandire numeri anonimi e storici dietro i quali si celano morte, sofferenza, danni enormi. Tra gli interventi di rilievo scientifico quelli dei sismologi De Luca e Ferrini, sull’accelerazione simica nel sottosuolo del centro aquilano e sulle faglie nell’area aquilana. L’accelerazione sismica aquilana era nota da tempo e fu rilevata, anzi scoperta, ben oltre vent’anni fa: gli scienziati che ne riferirono furono emarginati dal mondo accademico e della scienza ufficiale, quella che detiene gli scettri del sapere geologico e sismologico in Italia. Ma anche dalle autorità aquilane, che ignorarono totalmente la scoperta. Eppure, fu rivelato che il sottosuolo del centro, in caso di scosse, arebba subito accelerazioni molto forti, a causa della sua natura.
La manifestazione ha voluto chiamarsi “Cahiers de Doleances”, in memoria di uno storico e unico documento francese del Settecento, in cui si appuntavano proteste, addebiti, critiche al potere. In mattinata si sono avuti interventi di scienziati e sismologi, in particolar modo sulla natura sismica e geologica del territorio aquilano, che la scienza ben conosce da tempo e indica come altamente pericoloso. Obiettivo del dibattito, individuare responsabilità sul cosiddetto mancato allarme che avrebbe dovuto esserci almeno pochi giorni prima del sisma, non in virtù di impossibili previsioni, ma del ripetersi continuo di scosse di magnitudine crescente: fenomeno che deve sempre preoccupare e che può essere (ipotesi fontada anche su esperienze passate) precursore di fenomeni rilevanti. Non previsioni, quindi, ma semplice prudenza nell’ipotesi che le scosse crescenti portino a fenomeni di grande portata. Cosa che può anche non accadere, ma che comunque per buonsenso non deve essere trascurata nè tanto meno liquidata con assurde rassicurazioni. I giornalisti contribuiranno ricordando i momenti dell’informazione prima e dopo il sisma. Dalla sera e per tutta la notte, testimonianze dei cittadini, racconti, dettagli, sentimenti e sensazioni anche a venti mesi dall’evento.
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