Perchè nel grande cantiere SACCI licenzia?
L’Aquila – SERVE TANTO CEMENTO, MA L’AZIENDA TAGLIA – Nell’Aquilano, a Cagnano Amiterno, c’è un cementificio storico, quello della SACCI, circa 90 dipendenti, 17 dei quali rischiano concretamente di essere licenziati. Una situazione assurda, incomprensibile, visto che quello aquilano è “il più grande cantiere d’Europa”. Occorrono migliaia di tonnellate di cemento e calcestruzzo. Eppure si licenzia. E’ ben strano che nè i politici, nè i sindacati, si pongano delle domande logiche al cospetto di una situazione tanto incoerente. InAbruzzo.com tenta di capire, e di far capire come stanno le cose: a noi non bastano i comunicati e gli autoelogi di chi sostiene di essersi impegnato per salvaguardare l’occupazione. Dietro dev’esserci una spiegazione, o meglio un retroscena. Poco chiaro.
Il tentativo comincia con il primo possibile interlocutore: la SACCI. Che nessuno ha avuto l’idea di sentire, finora. Ma si spiega. Il direttore ing. Mancinelli fa dire dal centralino di essere occupato. “Riprovate domani, ora è impegnato” ci dicono.
Ci rivolgiamo ad un imprenditore: “Perchè la SACCI non fa affari? Perchè vende caro il cemento. Il listino è alto. La SACCI deve arricchire la marna estratta a Cagnano, con acquisto di sostanze e di gesso”. Dove? “Da altri cementifici”. Verifichiamo presso altri costruttori, che però ci dicono: “No, una volta la SACCI erra cara, ora i prezzi sono allineati, ma siccome i loro costi sono alti, guadagnano poco. Ecco perchè vogliono ridurre il personale oppure forse anche chiudere…”. La parola definitiva dovrebbe dirla la SACCI, ma l’ing. Mancinelli non ha tempo di parlare con i giornalisti. Pazienza.
Altri imprenditori e operatori del settore dicono diverse cose. Prima di tutto, la quota di mercato SACCI, che sarebbe bassa nell’Aquilano: il 30% ? Viene fuori che esistono altre aziende nella zona aquilana, alcune umbre, che si spartiscono un grosso mercato: chi fornisce cemento e chi caslcestruzzo. Chi c’era da prima e chi, annusato l’affare, è arrivato da poco. Di sicuro c’è che sono in tanti a lavorare nel grande cantiere aquilano, mentre per logica uno si aspetterebbe che fosse la SACCI a dominare il mercato. Dagli imprenditori arrivano prevedibili proteste: qui ci sono dei favoriti, le imprese aquilane non lavorano, i grandi arrivani da fuori e poi subappaltano a mani basse. I soli a non lavorare sono gli aquilani. L’ANCE, le categorie professionali degli ingegneri e degli architetti dovrebbero sostenere gli imprenditori locali. Invece ciò non accade o, se accade, non a sufficienza.
Alla fine del nostro giro di domande, rimane inspiegabile che l’unico cementificio della zona, l’unica industria dell’alta Valle dell’Aterno, sia costretta a licenziare 17 persone. Dopo 60-70 anni di onorata presenza, la cementeria molla le prese e manda a casa. Comunque, brutto segno.
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