Adesioni a manifestazione 3 giugno
L’Aquila – I rappresentanti provinciali di Confindustria, Apindustria, Confcommercio, Confesercenti, CGIL, CISL, UIL, Coldiretti, CIA, Direzione Regionale del Lavoro, INPS, Camera di Commercio, Ordine degli Architetti, Ordine degli Ingegneri e diversi soggetti economici, hanno aderito alla manifestazione del 3 giugno prossimo, che si terrà alle ore 16.30 alla Villa Comunale, organizzata dalle Istituzioni (Provincia e comuni) ed aperta a tutti i cittadini. L’adesione ufficiale è stata annunciata oggi dalle diverse categorie, durante un incontro organizzato dalla Presidente Stefania Pezzopane per coinvolgere il tessuto produttivo e professionale locale nell’opera effettiva della ricostruzione.
“Sono convinta” – ha esordito la Presidente all’incontro – “che le proposte debbano partire dal territorio e che noi abbiamo intelligenze e conoscenze da spendere. Tramite progetti credibili dobbiamo riuscire a coagulare inoltre grandi nomi dell’architettura, ingegneria, geologia, urbanistica ecc. E’ nostra intenzione, come istituzione, favorire con questo ed altri incontri, un lavoro coordinato con i corpi intermedi della società e con gli stessi cittadini che rappresentano. Molti e utili i suggerimenti e contributi che sono venuti dall’incontro di oggi e che saranno recepiti all’interno delle proposte che la Provincia porterà all’attenzione degli interlocutori governativi.
Sul decreto inoltre, con la manifestazione di mercoledì, dobbiamo manifestare in maniera composta e decisa la nostra volontà di non cedere sui punti più decisivi per il nostro futuro. Invito tutti ad aderire”. Il decreto, già passato al Senato, sarà discusso alla Camera il 15 giugno. L’obiettivo della manifestazione di mercoledì 3 giugno è dunque quello di alzare l’attenzione sugli emendamenti presentati, considerati irrinunciabili e di informare i cittadini. Ecco i cinque punti: più risorse per la Zona Franca Urbana (45 milioni di euro per 4 anni sono del tutto insufficienti), estendere il diritto al risarcimento anche ai non residenti, inserire più fondi per i beni culturali (finora è stata trovata la copertura finanziaria solo per 44 monumenti, a fronte degli oltre 1000 danneggiati), più risorse anche per la ricostruzione dei centri storici, restituire pieni poteri agli enti locali e infine risarcire a Comuni, Provincia e municipalizzate i mancati introiti dovuti all’impossibilità di riscuotere i tributi.
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