PdCI su manifestazione 20 novembre
L’Aquila – (di Angelo Ludovici, segretario PdCI) – La manifestazione del 20 novembre sicuramente, per la sua riuscita partecipativa, riconferma la volontà di una parte dei cittadini aquilani di non credere più alle favole che ogni giorno ci vengono raccontate. Un film che, sicuramente, l’ex Prefetto dell’Aquila ed attuale Responsabile della Protezione Civile non potrà mai comprendere, pur avendo affrontato la fase emergenziale
con una certa efficacia, efficienza ma non economicità. Non si comprende,
sicuramente, la dichiarazione del Vescovo Molinari contro questa
manifestazione, eppure la Curia ha aderito a quella del 7 Luglio a Roma.
Oppure, in questo periodo la Curia tira i remi in barca perché il governo ha
tirato fuori un po’ di soldi per ricostruire le Chiese aquilane (116 milioni di
Euri, se non erro). Anche l’anno scorso, era il mese di Novembre, il governo
tirò fuori 6 milioni di Euri sempre per le chiese, scavalcando ogni rapporto
istituzionale come il Ministero Beni Culturali. La trasparenza, sicuramente,
non è di casa della Curia, ma sarebbe lecito chiedere di rendere pubblico il
progetto messo in campo dalla stessa per il Centro storico della nostra Città.
E’ vero che è padrone del 40% del territorio comunale, ma ciò non gli dà il
diritto di esercitare il suo forte potere lobbistico in modo non trasparente.
La manifestazione del 20 novembre, però, assume, anche un’altra valenza. C’è
una grossa fetta di Città che vuole partecipare ed incidere sulla
ricostruzione. E’ ormai chiaro a tutti che i 19 quartieri periferici sono solo
quartieri dormitori e che la popolazione aquilana è legata al suo centro
storico come non mai. Perciò è prioritario che il Comune acceleri la fase
progettuale, stabilire i criteri di recupero ed iniziare la sua ricostruzione.
A distanza di mesi, ad esempio, non si sa nulla dello stato del progetto Teatro
Comunale, pur a fronte di una sottoscrizione della RAI di 3 milioni di Euri.
Nessuno sa niente della fase progettuale per il Palazzo Margherita, con un
finanziamento di 5 milioni di Euri della Lega Cooperative, così come non si sa
più niente dei risultati derivanti dalla consultazione per l’utilizzo di 35
milioni di Euri per progetti di natura sociale. Insomma, non è che si chiede
molto, ma solo trasparenza sugli atti, sapere se il progetto del Teatro
comunale o del Comune è stato affidato a qualche tecnico e chi è il tecnico.
Fare un incontro con la Città su queste cose sarebbe veramente utile a
suffragare ogni dubbio.
La manifestazione del 20 novembre, in fondo, è diversa da quelle del 16 giugno
e del 7 luglio. Non per la partecipazione, ripeto, ma per le implicazioni
politiche. A differenza delle altre manifestazioni, la Provincia e la Regione
non hanno aderito e la manifestazione si è svolta a fronte del lancio di un
grosso obiettivo politico: una Legge di iniziativa popolare che dia certezza
non solo agli aquilani ma a tutte le situazioni di emergenza. A questa
iniziativa legislativa, che sicuramente era più giusto che fosse promossa da
qualche gruppo parlamentare, la Città risponde benissimo ed il governatore
Chiodi, insieme al Presidente del Consiglio, al Sottosegretario Letta ed al
responsabile della Protezione Civile, afferma, in una conferenza stampa svolta
nella sede della Presidenza del Consiglio, che il Decreto Legge 39/2009 è più
che sufficiente a garantire la ricostruzione. Insomma una situazione a dir poco
insostenibile. Sicuramente il governatore, dopo aver superato l’esame sui
sessantottini, si è accreditato a livello nazionale ed europeo ed abdica alle
sue funzioni istituzionali. Ma non è da oggi che il governatore manifesta la
sua inadeguatezza a dirigere una Regione come l’Abruzzo. La cosa più drammatica
è sul fronte economico. La crisi della nostra Regione non è uguale a quella
delle altre Regioni. La caduta del PIL (-6%) e la cassa integrazione (+600%)
richiedevano interventi urgenti, invece abbiamo avuto solo annunci. L’anno
scorso, voglio ricordare, il grande lancio della task force per fronteggiare la
crisi. Era diretta da un “famoso” professore. Che fine ha fatto? La zona
franca, inclusa nel sopra richiamato D.L. 39/2009, solo la settimana scorsa, un
giorno prima della manifestazione, è stata oggetto di un Decreto Legge e, se
tutto va bene, verso la fine dell’anno prossimo potremo vederne l’applicazione.
Dal prossimo gennaio ci sarà il rimborso delle tasse in 120 rate. Questa è
l’unica cosa certa. Ed ogni aquilano di buon senso si faccia bene i conti in
tasca. Significa che nei prossimi mesi, per i prossimi 10 anni, il nostro
portafoglio sarà sempre più leggero, anche a fronte di una crisi economica
della quale non solo non si vede la fine, ma sembra, ormai, che sia solo
destinata ad aggravarsi.
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