Chiusa inchiesta Collabora, 12 indagati
L’Aquila – In tempi relativamente rapidi la Procura ha chiuso l’inchiesta sulla vendita della società Collabora alla Provincia dell’Aquila, ritenuta “gonfiata”, avvenuta alcuni anni orsono. Le persone indagate, per le quali la Procura chiederà provvedimenti giudiziari e un processo, sarebbero 12. Tra loro la figura di maggiore spicco è quella di Vittorio Ricciardi, attuale direttore di Abruzzo Engineering. Le ipotesi di reato sono diverse e tra esse emerge quella di truffa.
Tra le altre 11 persone coinvolte nell’inchiesta, noti esponenti politici come l’avv. Carlo Benedetti (PdCI), presidente attuale del consiglio comunale, ex presidente del Cda di Collabora Engineering; il consigliere comunale Fabio Ranieri (Partito democratico), ex segretario provinciale del PD, dipendente di Ae, all’epoca dei fatti consigliere di amministrazione di Collabora Spa; dirigenti della Provincia dell’Aquila, revisori dei conti.
A costoro pare non siano ancora pervenuti avvisi di garanzia. C’è però l’avviso di conclusione delle indagini. Se ne saprà di più nei prossimi giorni. Le notizie sulla conclusione delle indagini sono state fatte trapelare oggi, domenica, con scarsità di dettagli e forse volutamente confuse e contraddittorie. La vicenda Collabora è tuttavia molto delicata e porta direttamente ad Abruzzo Engineering, l’azienda al centro di una delicata vertenza che mette a rischio circa 200 posti di lavoro: un grosso problema per amministratori e politici attuali. I retroscena giudiziari non facilitano certo i tentativi di soluzione del problema occupazionale.
Durante le indagini, secondo la Finanza, la genesi di Abruzzo Engineering poggia su atti e presupposti di dubbia legalità . Il personaggio Ricciardi è molto noto. A lui sono stati sequestrati (sequestri confermati dal tribunale del riesame dell’Aquila) beni di ingente valore, tra i quali una rombante Maserati dal costo elevato (nella foto). Ricciardi è stato, e sicuramenten ancora è, un personaggio potente e influente, amico e frequentatore di politici di spicco non soltanto a L’Aquila e in Abruzzo. E’ probabile che siano in tanti, ora, a sentirsi imbarazzati per averlo frequentato. Qualcuno potrebbe anche essersi pentito di averlo fatto.
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