Concluso secondo Salone studente


L’Aquila – (di Giuseppina Pitari) – Si è concluso da poco il secondo Salone dello Studente, manifestazione che ha visto vicini i servizi di Orientamento in ingresso e Placement, organizzato dall’Ateneo Aquilano. I numeri: più di tremila studenti maturandi dall’Abruzzo, ma non solo, hanno partecipato, superando i numeri della prima edizione del 2008 (circa 2500).
Il Salone per l’orientamento in ingresso è solo il primo momento nel quale gli studenti possono cominciare a chiarirsi le idee per effettuare una scelta quanto più rispondente alle proprie inclinazioni e aspettative, seguiranno, infatti, incontri con le singole scuole durante tutto l’anno accademico. Correlare la scelta del percorso formativo con il mondo del lavoro, cioè quello che verrà dopo il traguardo del conseguimento del titolo di studio, è stata una scelta vincente. Le tante aziende presenti (più di 50) hanno avuto un bel da fare a rispondere alle domande dei giovani presenti, a spiegare, a farsi capire.
Un primo incontro di Orientamento, vero Orientamento: perché la scelta del percorso formativo è troppo spesso superficiale e rispondente a notizie confuse (il sentito dire), pressioni famigliari e voglia di evadere dalla routine. Quest’ultima motivazione ci fa ricordare di quanto siano importanti gli anni della giovinezza, nei quali i ragazzi cercano di trovare una identità, non solo professionale, ma anche individuale ed è per questo che la scelta della città spesso si antepone alla scelta di un percorso qualitativamente eccellente. Ma è sempre stato così. Altrimenti non potrebbe spiegarsi la fuga dei ragazzi da cittadine sedi di Università, o anche la scelta di andare in città lontane, lontanissime. E questo non cambierà mai, per fortuna; la scelta di uno dei tanti studenti intervistati che dice chiaramente di voler cambiare aria, ne è un esempio. Più allarmante è leggere che si sceglie una sede perché si è sentito dire che gli esami sono più facili o, peggio, che ci si laurea prima: notizie confuse, scelte opinabili. Inaccettabile è sentir dire che non si verrà a L’Aquila per lo sciacallaggio in atto riguardo gli affitti. Quello che la stampa non riporta sono le centinaia di giovani, per la maggior parte della provincia, che ci hanno chiesto: “Voglio studiare matematica (o Lettere o Lingue o qualsiasi altro corso), ditemi che a L’Aquila c’è, perché voglio studiare qui”.
Il servizio offerto agli studenti maturandi nel Salone dello Studente è stato completo, non solo di tutto il panorama formativo del territorio (Accademie, Scuole militari, Conservatorio eccetera), ma anche per il post-laurea con la presenza dell’INFN, delle aziende, degli editori, degli studenti stranieri. Assente l’ ADSU, cioè l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio: ma ai ragazzi è stata detta la verità. E cioè che nonostante gli sforzi, nonostante i disagi esistenti a L’Aquila per alcune Facoltà, il problema più grande è quello della residenzialità: alloggi, mense, sale studio. E agli studenti universitari senior, quelli presenti allo stand per illustrare ai loro colleghi più giovani l’offerta formativa, è risultato stridente trovarsi in un luogo così attrezzato, la Scuola della Guardia di Finanza, senza mai aver avuto la possibilità, neanche in emergenza, di usufruire di quei servizi o di servizi simili. Nulla.
E allora c’è da chiedersi cosa stia facendo la città o la Regione, per i diritti degli studenti di questa Università. Per questa azienda, con più di mille dipendenti e 23.000 studenti. Perché le notizie che si susseguono sono negative, a volte denigratorie! Come la questione dell’esenzione delle tasse per un triennio: tutti a chiedersi se l’Università non stesse divenendo un “laurificio” o peggio ad affermare che gli studenti sono solo virtuali. A me sembra invece paradossale che ci si stupisca di un beneficio che, in realtà, dovevamo avere tutti: l’esenzione delle tasse, magari in modo che ne fossero maggiormente beneficiati coloro che hanno subito maggiori danni.
E con la scusa del non pagamento delle tasse universitarie o, addirittura, adducendo a motivazione la riscossione del CAS da parte degli studenti aventi diritto, si è sparato a zero su questi ragazzi, definendoli approfittatori, fortunati, furbi.
Dall’altra parte si vedono, invece, migliaia di giovanissimi, interessati, curiosi, accalcati nello stand dell’Università a chiedere notizie ai loro colleghi più anziani (molti fuori sede), sperando di divenire come loro: protagonisti, spigliati, preparati e felici per la loro esperienza universitaria in città, nonostante tutto. Pronti a lottare per i propri diritti, a rivendicare il fatto che parte della città è viva e sono loro, con la loro presenza, ad affollare, come sempre, tutto l’affollabile: anche la Scuola della Guardia di Finanza dove, per qualche minuto, pur non essendo l’occasione la più adatta, hanno steso uno striscione: L’Aquila città Universitaria o Militare?
Pur scusandomi con il Generale Lopez e quanti della Scuola hanno prestato la loro professionalità al servizio della manifestazione, mi sento di dire “Grazie studenti”: non state restando a L’Aquila perché non avete alternative, ma perché siete voi l’alternativa. L’esperienza universitaria a L’Aquila è ora un’opportunità di crescere in mezzo a mille difficoltà e voi siete capaci di superarle: in mancanza di monumenti da occupare per manifestare assieme ai vostri colleghi di tutta Italia, avete occupato uno dei pochi tetti a vostra disposizione: quello delle Facoltà Universitarie.


26 Novembre 2010

Categoria : Cronaca
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