Menarini, come la vede l’azienda
L’Aquila – Il Gruppo Menarini scrive questa sera: “Questa mattina ha avuto luogo presso i nostri uffici di Firenze
un’operazione di perquisizione e sequestro di documentazione da parte dei NAS e dell’Agenzia delle Entrate.
Tale operazione si inserisce nel contesto dell’indagine in corso da Maggio 2009. L’ipotesi accusatoria principale è che Menarini abbia acquistato materie prime a prezzi maggiorati e da questi sia derivato un prezzo di alcuni farmaci più alto del dovuto. Ai fini cautelari sono sotto sequestro preventivo beni per oltre un miliardo di euro, sequestro che comunque non attiene e non riguarda l’attività dell’azienda. Pur nel doveroso rispetto degli organi inquirenti, non possiamo non rilevare come tale ipotesi sia assolutamente priva di ogni fondamento in quanto il prezzo dei farmaci è determinato dalle autorità competenti
solo ed esclusivamente sulla base della loro efficacia e valore terapeutico, senza alcuna possibilità di includere, in tale valutazione, il costo delle materie prime. Non vi è quindi alcun danno per il Servizio Sanitario Nazionale né per i cittadini.
Prendiamo inoltre atto di quanto riportato dalla stampa relativamente a ipotetiche richieste, peraltro a noi non notificate, di interdizione dai rapporti con la Pubblica Amministrazione o di Commissariamento dell’azienda stessa. Possiamo solo commentare che si tratterebbe di richieste che, in una fase preliminare senza alcuna discussione di merito sulla fondatezza delle accuse, avrebbero conseguenze molto pesanti, se non irrimediabili, non solo per l’azienda ma anche per
tutti i dipendenti. Dipendenti che solo in Italia sono quasi 4.000 oltre a 9.000 di indotto e che con le loro famiglie, anche nel momento attuale di crisi economica, hanno visto sempre e comunque tutelato il loro lavoro”.
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