‘Ndrangheta, la Tesi nel mirino dall’antimafia
L’Aquila – Riguarda abbastanza direttamente anche L’Aquila un nuovo sviluppo dell’inchiesta calabrese su ‘Ndrangheta e loschi affari. La polizia, su ordine della Procura e dell’antimafia, ha sequestrato in Calabria beni per decine di milioni di euro che fanno capo a personaggi di cosche e di malaffare. I sequestri disposti dalla magistratura di Reggio Calabria riguardano anche la Tesi, sede a L’Aquila, riferibile a un personaggio calabrese molto “attenzionato”, come si dice nel linguaggio poliziesco, nelle indagini più recenti spintesi fino a L’Aquila, alla ricostruzione e ai possibili tentativi di infiltrazione malavitosa: dove c’è denaro, la malavita punta gli occhi. Uno dei proprietari della Tesi è l’imprenditore aquilano Stefano Biasini: forse un tramite, ma finora al di fuori dei maneggi e delle indagini, dunque inconsapevole, delle operazioni della ‘ndrangheta nell’Aquilano.
Certo è che, dopo i recenti sviluppi calabresi, ora le indagini si faranno più attente e puntigliose anche a L’Aquila.
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