La ricostruzione che non c’è
L’Aquila – Scrive Ugo Centi: “La manifestazione di ieri è andata bene e va bene. Ma i nodi restano. Se ben ci si pensa, infatti, sono stati i “primi tempi” del dopo-sisma che hanno bruciato la ricostruzione. Se la sono letteralmente inghiottita. Hanno consumato tutta la riserva etica disponibile lasciando al futuro un deserto ideale. L’incertezza e le lungaggini di oggi sono figlie di quei “primi tempi”; delle scelte incredibili e irreversibili fatte allora. E così la (ex)città sarà destinata a vivere alla spicciolata, seguendo un tempo opaco e cinico. Nel quale l’affarismo e non la Politica (in maiuscolo) meneranno le danze, mentre la politica (in minuscolo) sarà ben felice di stare al gioco. La (ex)città sarà più sola, malgrado ricerchi spasmodicamente la “visibilità” mediatica. È inevitabile: non è facile “spettacolarizzare” per sempre le macerie. E forse non è neanche producente”.
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