25.000… (3): bagnati, commossi, rabbiosi
L’Aquila – (IN CONDA AMPIO SERVIZIO FOTOGRAFICO) – Tempo impietoso, indifferente – anzi contrario – alla grande manifestazione aquilana, con migliaia di partecipanti, particolare calore da alcune località (Molise, Vicenza), affetto, commozione: un coacervo di emozioni. Urla, slogan, alcuni molto mirati (contro Berlusconi “che pensa a bunga bunga, ma non ha tempo per i giudici e L’Aquila”), altri semplicemente e dignitosamente silenziosi nella memoria delle vittime, di tutte le vittime. Molto emblematico e significativo il gruppo della Fondazione 6 aprile per la vita, tutti in abiti scuri, uno striscione scuro e tante rose bianche in mano. Tante rose bianche per quante furono le vittime, 309. Momenti di dignità composta ma anche di fermezza mirata a individuare responsabilità , silenzi, omissioni, errori, colpe.
Altrove un canuto Pannella, con codino, nella città che tantissime volte ha visto e anche vissuto da detentore di cariche politiche. Memorabile, in anni lontani, la Genziana, il movimento di sinistra che muoveva passi storici verso un laboratorio politico che avrevve poi portato a tanti cambiamenti anche sotto i simboli della sinistra. Vigoroso e come sempre schiettamente loquace Antonio Di Pietro, con tanto di sciarpa neroverde: una signora l’ha cucita per lui e gliel’ha regalata al volo. Di Pietro ha ricordato di essere “quasi” abruzzese. Dal suo Molise è giunta molta affettuosa solidarietà agli abruzzesi colpiti dal terremoto, la medesima sciagura che spesso ha colpito luttuosamente la regione sorella.
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