UIL: “Chiodi in mano a tecnici spregiudicati”


L’Aquila – DOVE SONO TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE? – Da Roma, Gianfranco Cerasoli, UIL nazionale Beni culturali, scrive: “I Cittadini Aquilani per la ricostruzione sin dall’inizio hanno chiesto alle istituzioni due cose, TRASPARENZA e PARTECIPAZIONE. Queste due parole sono la sintesi dell’emento fondante di una comunità, il senso del rispetto delle regole che significa DEMOCRAZIA.
Il Commissario Chiodi con la Conferenza stampa tenuta senza neanche la presenza de Comune ha dimostrato con il suo atteggiamento di essere nelle mani di tecnici e/o persone che rappresentano l’arroganza e calpestano i cittadini Aquilani in virtù di una autoreferenzialità che non trova alcun riscontro ma che rischia di produrre effetti devastanti per la tenuta di un confronto e di una partecipazione su percorsi e progetti condivisi che non esistono tranne che pensare ad ipotesi oscure e non trasparenti visti gli enormi interessi che le risorse economiche portano con sè.
Il decreto illustrato dal Commissario non è stato concordato con il Ministero per i Beni e Attività Culturali tanto che il Ministro Bondi e le sue strutture di staff non ne sanno nulla. Infatti ricordo che il 14 settembre scorso Bondi a L’Aquila aveva confermato ciò che aveva anticipato nei mesi scorsi e cioè la fine della struttura del Vice Commissario delegato ai beni culturali Luciano Marchetti che si sarebbe occupato insieme all’avvocato Fabrizia Aquilio del tema delle adozioni poiché tutte le attività sarebbero state riattribuite alle Soprintendenze e alla Direzione Regionale per i Beni e attività Culturali. Peraltro le affermazioni importanti del Ministro Bondi erano anche il portato delle 4 delibere assunte dal Consiglio Superiore per i Beni Culturali e paesaggistici che aveva chiesto la fine della gestione Commissariale.
Pertanto aver presentato un decreto non concordato con il Mibac che ha una competenza specifica , peraltro di valenza Costituzionale che non può essere superata da alcun provvedimento Commissariale la dice lunga sulle capacità di Chiodi e dimostra come dietro una simile operazione probabilmente si celano altri interessi.
Nel merito del decreto Chiodi ve da dire che:
1) la disposizione commissariale va palesemente contro ogni logica normativa e contabile: norme costituzionali e contabilità delle programmazioni dello Stato.
2) In particolare all’art. 4 della bozza di decreto si dice “approvata la realizzazione dei seguenti interventi sul patrimonio culturale danneggiato dagli eventi sismici”, quando gli interventi elencati rientrano in programmi approvati o in approvazione dello Stato (anno 2009 e 2010, finanziamenti 8×1000, Arcus, progr. ordinario MiBAC, fondi Lotto) e non certo del Commissario Chiodi, il quale può disporre solo di fondi a lui assegnati (fondi “governativi” per la ricostruzione) e non di finanziamenti ordinari dello Stato.
3) Ancora all’art. 4, la bozza di decreto elenca interventi già in attuazione da parte del MiBAC (es. chiesa di S. Pietro di Coppito, finanziamento 8×1000 del 2009, circa 400 mila euro di finanziamento) che sono già in gara da parte delle Soprintendenze e questo rende la bozza di decreto inattuabile.
4) Ancora all’art. 4, la bozza di decreto dice che “Il soggetto attuatore è il Vice Commissario delegato per la tutela dei Beni Culturali”. La disposizione non è legittima per due ordini di motivi: A- il vice commissario di Prot. Civile non ha istituzionalmente competenza sulla materia, in quanto, come già discusso in tanti modi diversi e come ribadito ultimamente dalla Corte dei Conti per Pompei, la Protezione Civile non si occupa di Tutela di BB.CC.; B- gli interventi elencati all’art. 4 sono già nei programmi dello Stato (MiBAC) approvati o in approvazione, quindi il soggetto attuatore già è definito (Soprintendenza) indipendentemente da quello che può dire una disposizione commissariale!
5) . Ancora all’art. 4, la bozza di decreto dice che “LÂ’importo massimo ammesso a finanziamento è pari a complessivi euro 15.000.000,00″; qui addirittura c’è una evidente sovrapposizione di risorse pubbliche su medesimi obbiettivi, in quanto quasi tutti i monumenti in elenco sono già oggetto di finanziamento approvato o in approvazione del MiBAC;
6) Inoltre l’art. 4, nella bozza di decreto Chiodi “approva” l’intervento sulle Anime Sante e nomina soggetto attuatore il Vice Comm. di Prot. Civile. È evidente l’incongruenza della disposizione (abuso di potere), perché l’intervento è già oggetto di un accordo internazionale firmato dai due ministri, italiano e francese, sul quale Chiodi non ha alcuna competenza;
Tra l’altro la regola generale è che con le ordinanze del P.C.M. o le ordinanze commissariali si possono solo dare indicazioni procedurali su disposizioni normative sovraordinate, e non si possono mai superare norme dello Stato o, come in questo caso, addirittura prerogative costituzionali riguardanti i Beni culturali.
Il provvedimento Chiodi , se dovesse venire confermato, non è applicabile né condivisibile da parte del MiBAC ed è palesemente impugnabile sia in ambito amministrativo (T.A.R., Consiglio di Stato – incongruenza con norme sovraordinate) che in ambito contabile (Corte dei Conti – gestione impropria delle risorse).
Il provvedimento illustrato sembrerebbe partorito non tanto da Chiodi, che in realtà non prende iniziative proprie ma fa quello che gli dicono di fare, bensì partorito da Gaetano Fontana,
Gaetano Fontana, è lo stesso personaggio che ad esempio è contrario alla proposta di vincolo paesaggistico per il centro murato dell’Aquila ed è lo stesso personaggio a cui non è andato giù lÂ’accordo tra il Comune dell’Aquila e la Soprintendenza che hanno stilato il Protocollo di Intesa per l’esame congiunto di tutti i progetti nelle aree A o B (13 ottobre 2010), poiché questo lo esclude definitivamente da ogni procedura autorizzativa che peraltro non gli compete per legge in alcun modo.
Pertanto , alla luce di tale disamina, la Uil ha scritto al Ministro Bondi chiedendo d’intervenire per il rispetto delle norme e delle leggi esistenti in tema di Tutela poiché non può esservi alcun decreto o provvedimento Commissariale che individui quale soggetto attuatore soggetti diversi dalla Direzione Regionale Mibac e le Soprintendenze territoriali.
Per questi motivi Chiodi ritiri subito il decreto e lo modifichi rispettando norme e istituzioni poiché se ciò non avvenisse non esiteremo un solo attimo ad aprire un contenzioso davanti agli organi giudiziari e amministrativi. Infine sarebbe ora di finirla con taluni personaggi che muovono le fila e che si permettono di affossare la ripresa di un territorio e della vita di 100.000 persone in Abruzzo!”.


14 Novembre 2010

Categoria : Cronaca
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