L’opinione – Ritardi della ricostruzione. E’ colpa del prezzo?
(di Giampaolo Ceci) – Secondo alcuni, la ricostruzione non sarebbe partita perché la Regione Abruzzo non ha ancora aggiornato il suo prezzario. In queste note spiegherò ai cittadini non tecnici quale è la procedura di preventivazione dei lavori perché possano comprendere il problema e valutare da soli con cognizione di causa.
Innanzi tutto spieghiamo che un prezzario altro non è che un librone contenete la descrizione dettagliata delle principali lavorazioni edili coi relativi prezzi medi di mercato: fare un intonaco costa Tot al mq; costruire una muratura di mattoni pieni tot altro, e così via.
In Italia manca un prezzario nazionale che contenga tutte le lavorazioni edili e quindi ogni regione se ne fa uno suo.
Alcune Regioni hanno prezzari incompleti e non aggiornati, altre hanno dei prezzari che contengono una svariata quantità di lavorazioni tra le quali anche quelle di recupero e consolidamento sismico come ad esempio quelli delle Marche o dell’Umbria.
Fatta questa premessa, possiamo cominciare a valutare il processo di computazione di un’opera edile che di solito avviene quando il progettista ha concluso la progettazione.
Solo allora, infatti, si conoscono le lavorazioni previste nel progetto.
Quando il progetto contiene lavorazioni non previste nel prezzario di riferimento, il progettista o le cerca in altri prezzari o redige una apposta analisi per determinarne il loro prezzo medio di mercato; redige le cosiddette analisi dei nuovi prezzi.
Una volta individuate tutte le lavorazioni del progetto e desunto il loro prezzo unitario dal prezzario, il progettista può procedere a computarne le quantità. Nasce il cosiddetto “computo metrico” che diventa “computo metrico estimativo” qualora alle quantità si associno anche i prezzi delle singole lavorazioni e quindi, per somma, il preventivo dei lavori.
Una volta che il progettista ha determinato il prezzo preventivo dei lavori si passa alla fase di scelta dell’impresa che li eseguirà.
Di solito si chiedere a più imprese di fiducia a quali condizioni migliorative siano disposte ad eseguire le lavorazioni, ovvero si chiede una loro offerta contenete un ribasso scritto. Perché l‘impresa possa fare una valutazione ragionata è necessario fornirle sia il progetto, che tutte le altre informazioni che possano condizionare il prezzo che va ad offrire, quali ad esempio, le condizioni di pagamento o i vincoli al subappalto, i tempi massimi ecc; insomma per stare tranquilli ed evitare contenziosi bisognerebbe consegnarle anche la bozza preliminare del contratto e la descrizione puntuale della qualità dei materiali e delle modalità esecutive dei lavori (il cosiddetto capitolato speciale di appalto).
L’impresa per formulare la sua offerta non usa i prezzi del prezzario, bensì fa riferimento ai suoi costi aziendali, dedotti dalla sua esperienza o da apposite indagini di mercato. Tiene conto anche dei costi indotti dalle clausole di contratto.
I canali di computazione dell’importo dei lavori e quelli dell’offerta sono comunque distinti.
Se l’offerta viene accettata dai committenti si passa a firmare il contratto.
E’ il Direttore dei lavori che ha il mandato dalla proprietà di fare rispettare sia il progetto che TUTTE le altre clausole di contratto. A lui la responsabilità dei controlli affinché non si eseguano opere diverse per qualità o quantità dal progettato o peggio che i costi superino quelli preventivati o finanziati.
Questa è la procedura corretta se non si vogliono creare contenziosi o peggio.
Ora, cosa avviene se il prezzario di riferimento non contiene una o più lavorazioni previste in progetto? Nulla, perché il progettista integrerà le lavorazioni mancanti con altre di cui effettuerà l’analisi del nuovo prezzo o le copierà da un altro prezzario che le contiene.
Cosa avviene se il progettista sbaglia le analisi dei nuovi prezzi? Ancora nulla, perché l’impresa non calcola la sua offerta sulla base del nuovo prezzo, ma in base ai suoi costi. Una singola lavorazione può anche essere acquisita in perdita; per l’impresa ciò che conta è il margine sul totale.
Ciò che cambia, invece è l’importo del contributo statale.
Per unificare i valori delle lavorazioni non contemplate nel prezzario Abruzzese, certamente sarebbe meglio che questo comprenda TUTTE le lavorazioni necessarie per la ricostruzione, ma in attesa che venga fatto o che venga adottato un prezzario già bello che confezionato, non si deve fermare tutto, basterebbe assoggettare le analisi dei nuovi prezzi all’approvazione da parte dei numerosi organismi di controllo (come avviene già ora), oppure di imporre di allegare al progetto la fonte del prezzo citando il riferimento al prezzario da cui il prezzo è stato rilevato.
Quindi la mancanza di prezzi nel prezzario regionale, seppure sia una mancanza che va sanata subito, non comporta oggettivamente l’impossibilità di redigere o di approvare i progetti.
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