Giornata mondiale del diabete
L’Aquila – (di Cristina Mosca) – A chi mangia troppi dolci viene il diabete? Niente di più falso. Il diabete di tipo 2, quello di cui ci si ammala, ha bisogno di una situazione molto più complessa per attecchire: uno stile di vita sedentario, una condizione di sovrappeso od obesità e una cattiva alimentazione (ricca di grassi animali e di calorie e povera di frutta e verdura); per non parlare di chi ha oltre 45 anni, la pressione alta, grassi nel sangue elevati, di chi ha avuto il diabete in gravidanza o ha partorito un bambino di peso superiore ai 4 chili e di chi ha parenti con il diabete.
Si stima che del diabete di tipo 2 è ammalato almeno il 5% della popolazione abruzzese, seguendo il trend italiano, e gli ultimi dati statistici riportano che la percentuale degli adolescenti obesi (i più esposti al rischio di ammalarsi di diabete) al Sud è il doppio di quelli al Nord: 14% contro il 7%. «Queste stime ci lasciano supporre che dobbiamo aspettarci un aumento di casi di diabete di tipo 2 nella nostra regione – dichiara il dottor Stefano Tumini, responsabile del servizio regionale di diabetologia pediatrica di Chieti – Eppure questo tipo di diabete si può prevenire e si può individuare prima che insorgano complicanze: basterebbe verificare se i valori della glicemia nel proprio sangue sono troppo alti, con una semplice analisi del sangue». Invece nella maggior parte dei casi si scopre di essere ammalati di diabete solo quando è troppo tardi, ossia quando cominciano a dare segni di cedimento occhi, nervi, reni o addirittura quando arriva un infarto o un ictus. La giornata mondiale del diabete, istituita per il 14 novembre di ogni anno dall’Organizzazione mondiale della sanità insieme alla Federazione internazionale del diabete e promossa dall’associazione “Diabete Italia”, prevede per domenica una giornata di sensibilizzazione alla prevenzione del diabete in 500 piazze italiane. È stata scelta la data del 14 novembre in memoria del giorno di nascita del canadese Frederick Banting, scopritore dell’insulina nel 1921. Oggi 13 novembre, inoltre, è l’ultimo giorno per donare a favore della ricerca sul diabete presso 220 filiali della Banca Monte dei Paschi di Siena, dove saranno posizionati più di 400 salvadanai.
«È necessario educare le persone ad un corretto stile di vita sin dalla giovane età – ammonisce Stefano Tumini – Mentre il diabete di tipo 2 fino a venti anni fa insorgeva in persone adulte o anziane, oggi sono sempre più frequenti i casi di adolescenti che vengono colpiti: ma quel che è peggio è che chi si è ammalato di diabete di tipo 2 è più reticente a cambiare stile di vita rispetto ad un bambino a cui viene diagnosticato un diabete di tipo 1, che è congenito e non si può né prevenire né curare». Il diabete di tipo 1, infatti, è classificato come malattia autoimmune. Si manifesta oggi in età sempre più precoce, anche nel primo anno di vita, ed alla sua base ci sono una predisposizione genetica a sviluppare malattie autoimmuni o fattori ambientali che si conoscono solo in parte. Solo nel Servizio regionale di diabetologia pediatrica di Chieti se ne contano almeno 500 casi, ossia circa uno studente ogni 800. Si stima che nei prossimi 15 anni i casi di diabete di tipo 1 in età pediatrica siano destinati ad aumentare del 50%.
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