I 24 aeroporti “di troppo”, c’è Pescara


L’Aquila – SE LA CITTA’ ADRIATICA RISCHIA, COSA SARA’ DI PRETURO? – (Nella foto: 2 ottobre scorso, parte da Preturo il volo calcistico per Cagliari, che fra l’altro finirà in maniera confusa e approssimativa: potrebbe restare l’unico…) - Oggi torna a infuriare su Internet l’argomento che è tra quelli che preoccupano anche l’Abruzzo. Il futuro non roseo dell’aeroporto di Pescara, l’unico che meriti questo nome in Abruzzo. Le società Nomisma, One Works e Kpmg, su commissione dell’Enac, hanno messo a punto un documento per la riorganizzazione del sistema aereo nazionale. Che dopo avere studiato il problema sotto tutti i punti di vista, giunge a una conclusione: in Italia ci sono 24 aeroporti di troppo. Cioè, per l’esattezza Aosta, Cuneo, Albenga, Bolzano, Brescia, Parma, Forlì, Rimini, Ancona, Siena, Elba, Grosseto, Perugia, Pescara, Roma Ciampino, Foggia, Salerno, Taranto, Crotone, Reggio Calabria, Comiso, Pantelleria e Tortoli. Piste senza passeggeri – a Siena ne transitano non più di mille l’anno – o con scarse potenzialità di crescita come Ciampino. Che riceve ogni anno dallo Stato circa 2,5 milioni di euro di sovvenzioni, senza di cui non potrebbe sopravvivere. Secondo la ricerca voluta dall’Enac, ciascun aeroporto necessiterebbe di un traffico minimo di 500mila persone l’anno per sperare di arrivare all’equilibrio economico.
Il rischio che lo scalo aereo abruzzese sia chiuso diventa grande, specie dopo le gravi perdite di “clienti” che si susseguono, magari a favore dell’aeroporto di Ancona, che non è nella lista di quelli “di troppo”.
Con l’aria che tira, che diranno le autorità e le istituzioni aquilane, che tentano (senza produrre alcun risultato tangibile, al momento) di far promuovere lo scalo di Preturo (battezzato nel G8 Aeroporto dei Parchi) al rango di vero aeroporto? Se prima, e tuttora, c’erano e ci sono mille problemi e ostacoli, ora le sorti di Preturo sembrano segnate. Non ci fu, non c’è e non ci sarà il secondo scalo aereo d’Abruzzo, oppure bisognerà inventarsi un ruolo di protezione civile o chi sa cos’altro. Le invenzioni e le idee, tuttavia, non sembrano la dote migliore degli amministratori e dei politici aquilani: se non ci fosse stato il G8, Preturo sarebbe rimasto una pista tra le erbacce e gli acquitrini, buona solo per qualche ardimentoso volovolista. C’è di più: è a rischio anche l’aeroporto di Aosta, sede dell’Air Vallee, che gestisce Preturo. Mala tempora currunt.


09 Novembre 2010

Categoria : Cronaca
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