Cospa: allevatori rovinati da burocrazia


Ofena – PSR VANIFICATO TRA SCARTOFFIE E CAVILLI - (Nella foto: trattori abruzzesi attestati alle porte di Roma durante una manifestazione del Cospa) – La burocrazia non solo rovina tutti i settori produttivi e la vita sociale, ma manda in malora i pochi allevatori che riescono ancora a sopravvivere in Abruzzo, dove abbondano prodotti arrivati da fuori e scompaiono i prodotti locali. Ci sono insormontabili ostacoli anche per fruire dei benefici del piano di sviluppo rurale, quel PSR sbandierato come aiuto all’agricoltura, ma di fatto un ginepraio di assurdi adempimenti che rendono quasi impossibile l’accesso alle risorse. L’associazione allevatori e agricoltori del Cospa Abruzzo, denuncia lentezze burocratiche per l’esame delle pratiche per l’accesso ai finanziamenti stabiliti dal Piano di Sviluppo Rurale. “Si calcoli – spiega il presidente dl Cospa, Dino Rossi – che una pratica di 49 fogli presentata da un allevatore, al termine dell’iter, con i molteplici rimbalzi tra l’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) di Roma e gli sportelli abruzzesi, diventa un fascicolo di oltre 180 pagine. L’informatizzazione dell’iter amministrativo invece di produrre benefici in termini di snellimento finisce per dilatare i tempi, con il rischio che i finanziamenti comunitari assegnati al Psr tornino indietro nelle casse dell’Ue”. Coloro che vengono ammessi al beneficio dell’erogazione, per ottenere un anticipo del 50 per cento devono presentare una polizza fidejussoria stipulata con degli istituti assicurativi ricompresi in un elenco imposto dall’Agea. “La maggior parte degli allevatori – conclude Dino Rossi – non riesce ad ottenere le fidejussioni poiche’ in sofferenza presso gli istituti di credito. Quindi una soluzione che porta al nulla, visto che su 1200 domande presenti nell’Aquilano sono state fatte solo 5 fidejussioni”. Il Cospa Abruzzo per sensibilizzare le istituzioni sta programmando un corteo al quale parteciperanno gli associati della Marsica, della Valle Peligna e dell’Aquilano. Sarà un disperato grido di protesta per covincere la regione e gli altri enti dell’impossibilità di vivere e lavorare in Abruzzo, se non si cambiano regole e metodi, cominciando dalla burocrazia. Chiodi e Febbo comprenderanno il messaggio o troveranno le solite spiegazioni che non spiegano niente?


06 Novembre 2010

Categoria : Cronaca
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