Noi siamo nostri e non della Regione
L’Aquila – (G.Col.) – Vi raccontiamo una piccola storia illuminante su come vanno le cose in Abruzzo. Questo giornale online è nato privato e lo resta. Non abbiamo mai beneficiato, nè chiesto peraltro, sostegni mediante denaro pubblico. Non abbiamo soci occulti nè protettori nell’ombra. Sarà anche per questo che i lettori crescono, in Abruzzo e altrove, fino in lontani paesi di mezzo mondo. Se ai lettori piace, come a noi, questi siamo e questi resteremo. C’è tuttavia una legge che in teoria (in Abruzzo nessun ente o istituzione la rispetta) prevede pubblicità istituzionale per le testate. Invitati, a fine luglio, dal presidente Chiodi, senza avergli mai chiesto niente del genere, fummo invitati (come tutti gli altri) a presentare un preventivo per ospitare – in spazi venduti alla Regione – la cosiddetta campagna di trasparenza: Chiodi ogni tanto ci avrebbe detto come spende i soldi pubblici.
Bene, visto che c’è una legge e che la proposta ci perveniva non richiesta, inviammo il preventivo per pdf all’ufficio del commissariato per la ricostruzione, come ci era stato detto di fare.
Siamo a novembre e non ne abbiamo saputo più nulla: un sì, un no, un invito a ridurre i costi… Niente.
Vista la pubblicità della trasparenza su due giornali, poichè non ci piace essere presi in giro, tanto meno dalla Regione Abruzzo, e con soldi pubblici, abbiamo chiesto delucidazioni. Dalla SGE ci è stato candidamente detto: “Sono stati scelti due giornali”. E le altre proposte? “Non so cosa dirle – modula una voce gentile – chieda ai responsabili”.
Ai reponsabili, ai dirigenti, ai vice commissari (così ben remunerati), al presidente o a chi per lui, non chiederemo proprio nulla. Come risposta, ci sembrano eloquenti i fatti. Non discutiamo neppure la scelta di due giornali anzichè altri, tra cui il nostro, che come diffusione (se è questo il criterio…) ne ha da vendere e presso gli abruzzesi ovunque siano nel mondo. Niente vanterie, solo una presa d’atto di come vanno le cose. Continuano a violare la legge, anzi ci sguazzano e agiscono da dèspoti piuttosto arroganti. A noi basta che lo sappiano gli abruzzesi. Abbiamo sempre vissuto senza i soldi della Regione o di altri. Continueremo a farlo, fino al momento in cui decideremo di chiudere, o saremo comunque stufi. Sempre senza guardaspalle o supervisori, o padroni occulti. Rispettiamo tutti, e molti ci contraccambiano, data l’onestà con cui lavoriamo. La Regione ci prende in giro: è il suo stile. Non si offenda nessuno se diciamo che non ci saremmo aspettato molto di più, visto che il pelo si perde, il vizio molto meno. Stupisce, un pochino, diciamo la verità , il comportamento del presidente Chiodi. Pazienza. Unicuique suum.
Quanto al Pd, che pare abbia diffuso una nota sull’argomento (a noi non è pervenuta, come tutto ciò che il Pd produce), svegliandosi di soprassalto, scopre che la legge sulla pubblicità istituzionale non è mai stata rispettata. Il Pd è distratto, oppure non sa leggere (ciò che non gli piace leggere, forse): noi lo abbiamo scritto e riscritto mille volte. Da anni. Su questo sito e altrove. Voci clamanti nel deserto. Silenzi di coloro che trovavano conveniente la situazione. La cosa è arcirisaputa in Abruzzo e i politici dovrebbero percepire per primi certe vergogne. Il Pd ha il sonno pesante. E si sveglia a danno fatto. Continui a dormire, farà meno danni. Soprattutto a se stesso a chi ha creduto nelle sue predicazioni.
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