Pioggia di milioni, siccità di proposte: dove e quando fare la “casa del welfare”?
L’Aquila – 961 MILIONI PRONTA CASSA, MA BISOGNA DECIDERSI – (di Gianfranco Colacito) – La CGIL porta notizie di soldi: tanti soldi. Scoperchia qualche pentola che sarebbe piaciuta alla politica, come annuncio strepitoso. Se e quando questi soldi arriveranno davvero là dove servono, è tutto da vedere. Ma soprattutto è da vedere se L’Aquila li saprà utiliuzzare presto e bene: consentiteci di aver paura. Le notizie le portano (e le bruciano sfilandole alla politica…) due dirigenti del sindacato, Gianni Di Cesare e Umberto Trasatti. Secondo loro, l’Inail ha disponibili 961 milioni di euro, per il tessuto sociale, culturale ed economico nell’area terremotata. La CGIL conosce bene la situazione, perché con altri sindacati è nel consiglio di vigilanza dell’istituto previdenziale Inail. Indica anche il capitolo di spesa, che porta il numero 700. Ora occorre un confronto con le istituzioni e soprattutto con il commissario alla ricostruzione, Chiodi. I settori in cui impiegare l’ingente somma sono ricostruzione del tessuto urbano, cultura, sociale, turistico ricettivo e sanità. Obiettivo sociale, una sognata città del welfare in cui siano riuniti gli uffici previdenziali. Le istituzioni ora debbono dare le indicazioni, e qui, probabilmente, il discorso diventa difficile: basti pensare, con un certo brivido, a quanto tempo sta impiegando l’assetto istituzionale aquilano per aprire le porte all’insediamento Alenia Thales, 50 milioni di investimenti e 450 posti di lavoro. Ma L’Aquila spreca mesi e mesi, nicchia, esita, cavilleggia. Chi sa come risponderebbe una città che ha davvero bisogno di lavoro e occupazione, magari a due passi da L’Aquila, poniamo Sulmona. Ci precipiterebbe…
Una legge, la 122, ha di recente dato il via all’utilizzo dei fondi di cui l’Inail dispone. Tale legge, e sembra davvero strano che i politici ne abbiano taciuto (ma lo sapevano oppure cercavano il modo di giovarsene?) , indica risorse per due anni nell’Aquilano e destina, appunto, 961 milioni di euro.
L’idea di una sede unica a L’Aquila per gli uffici previdenziali non è nuovissima, ma non era mai arrivata a galla, e anche questo stupisce: le istituzioni e la politica avrebbero già potuto formulare delle proposte, delle linee di indirizzo. Stando alle esperienze del passato, quanto tempo impiegheranno ad esprimersi razionalmente e d’accordo le une con le altre? Vi sono delle esperienze che lasciano spazio al pessimismo. A suo tempo, in un’intervista a InAbruzzo.com il neo presidente della Provincia Del Corvo disse: “La Provincia sarebbe disponibile a realizzare una città della scuola, un campus attrezzato, sicuro e moderno in cui sistemare tutte le scuole. Ma il comune neppure risponde…”. Nessuno affronta l’argomento e la domanda: chi vorrà tornare nei palazzi scolastici in centro, quando – fra anni – saranno restaurati e rimessi in sesto? Come troppo spesso accade, si sceglie il silenzio, si svicola, si evita. Anche a causa di questa mentalità distorta e ambigua, che sempre dà adito a sospetti di collusioni e interessi inconfessabili dietro le quinte, la ricostruzione non c’è: nemmeno cominciata e nemmeno localizzata nel tempo, quanto all’inizio, s’intende. D’accordo, ci vorranno dieci anni almeno. Sì, ma da quando?
Ora si parla di casa del welfare e ci sono anche i soldi. Assisteremo al solito grottesco susseguirsi di mutismi e rinvii, tra tavole rotonde e profluvi di chiacchiere in convegni inutili? Temiamo di sì.
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