Un mare di cig nel 2009 in Abruzzo


area-commercPescara – Primo quadrimestre 2009 a confronto con il primo quadrimestre 2008 per la cassa integrazione: oltre 9 milioni e 200.000 ore autorizzate quest’anno in Abruzzo, contro 1.800.000 dell’anno scorso. Siamo a oltre il 400% in più. Circa 13.500 lavoratori coinvolti mediamente nel quadrimestre. Lo scrive il segretario UIL Roberto Campo. “Più circa 5.000 mobilità e quasi 14.000 disoccupazioni non agricole: in totale, più di 32.500 lavoratori beneficiari di interventi a sostegno dell’occupazione. L’Abruzzo è l’ottava regione per impiego della cassa integrazione in termini assoluti e per numero di lavoratori coinvolti: indicativo del peso dell’industria nella nostra regione e dell’impatto che ha avuto da noi la crisi.
Se leggiamo gli ultimi dati, vediamo che in Italia rallenta la crescita dell’impiego della cassa integrazione, mentre in Abruzzo non è ancora così (+111% aprile 2009 su marzo 2009, il più forte aumento dopo quello della Sardegna, a fronte di un dato medio nazionale di +27,8%), dopo che l’aumento di marzo su febbraio era stato modesto. Cresce, di conseguenza, il numero dei lavoratori in cassa: stimiamo quasi 21.000 ad aprile. Da notare che non è L’Aquila, come invece ci si potrebbe aspettare, a far registrare il nuovo picco di richieste di cassa integrazione, ma gli apparati industriali delle province di Teramo e Chieti.
Agli ammortizzatori ordinari, vanno aggiunti gli ammortizzatori in deroga: i recenti accordi stipulati in sede di CICAS hanno disposto l’impiego di 30 milioni nell’area del sisma e di 25 milioni nel resto della regione, che si stima possano aiutare circa 15.000 lavoratori nell’area del sisma e 8.000 fuori dal cratere. Le risorse non bastano a coprire l’anno. È pertanto necessario che si mantengano da parte delle Istituzioni a tutti i livelli, Governo nazionale per primo, gli impegni a completare la dotazione 2009 per gli ammortizzatori in deroga, secondo il fabbisogno che la prevista verifica accerterà. Inoltre, abbiamo proposto di utilizzare la quota regionale di FSE 2007-2013 attualmente allocata per gli ammortizzatori sociali in deroga (61,2 milioni) per lo sviluppo delle zone colpite dal sisma, coprendo invece il fabbisogno per gli ammortizzatori in deroga con risorse nazionali già stanziati a tal fine (5 miliardi): sarebbe questo un segnale concreto da parte del governo di impegnare per L’Aquila e l’Abruzzo soldi veri.
I dati della cassa integrazione ordinaria indicano che la crisi esogena si abbatte soprattutto sulle realtà dove l’industria era più forte (Chieti, Teramo). È evidente che l’apparato produttivo dell’Aquila era già stato colpito dalla crisi endogena (vedi i dati alti della cassa integrazione straordinaria già nel 2007-2008), ed è significativo che per ritrovare numeri importanti di lavoratori in esubero si debba guardare al mondo degli ammortizzatori in deroga, segno che L’Aquila aveva poco ancora da perdere nel mercato del lavoro privato più tutelato.
Come si affronta la crisi: non più solo dal versante degli ammortizzatori. La crisi esogena ha colpito soprattutto realtà valide, non è una crisi del prodotto: si reagisce evitando i licenziamenti, grazie agli ammortizzatori, ma anche scommettendo sul futuro rilancio e finanziando, per la parte che compete al pubblico, i progetti dell’automotive, del Campus di Val di Sangro, della Micron, della Valle Peligna e della Val Vibrata, del tessile-abbigliamento, della bonifica e reindustrializzazione di Bussi. La crisi endogena, invece, richiede che si affrontino i nodi strutturali dell’Abruzzo, a partire dall’assenza di politiche industriali regionali, dal mancato riordino dei consorzi e degli enti strumentali, dall’eccessiva tassazione, dalle debolezze infrastrutturali” conclude Campo.


27 Maggio 2009

Categoria : Economia
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