SEL aquilana al congresso di Firenze


L’Aquila – Riceviamo: “Nei giorni 22-24 ottobre si è tenuto a Firenze il primo congresso nazionale di sinistra Ecologia Libertà. Un congresso interessante ed emozionante in cui sono state trattate le principali questioni che coinvolgono la nostra vita da quelli del lavoro a quelli della pace, dai problemi di rapporto tra uomo e ambiente alla gestione dei beni comuni, dai diritti civili alla legalità. Sono state narrate tante storie di uomini e di donne: quelle dei lavoratori della Fiat di Melfi, quelle dei migranti di Rosarno e di Castelvolturno, quelle dei giovani precari cui è negato un futuro, quelle dei nostri giovani cervelli emigrati all’estero, quelle dei tanti cittadini che vivono con difficoltà’ la crisi economica.
A tutto questo Sinistra Ecologia Libertà vuole dare una risposta costruendo una nuova sinistra, una sinistra di governo che operi non per se ma per dare un futuro all’Italia.
In quest’assise noi, come delegati dell’Aquila, abbiamo portato la nostra storia di terremotati, la storia di questi 18 mesi di emergenza e ricostruzione, e le tante storie di cose non fatte e di problemi senza risposta. L’abbiamo fatto con l’intervento di Giustino Masciocco e con un Ordine del giorno approvato e fatto proprio da tutto il congresso (che alleghiamo integralmente) in cui mettiamo in evidenza come la gestione del terremoto prima( durante tutto il tempo dello sciame sismico) e dopo il verificarsi dell’evento catastrofico, abbia evidenziato tre grandi questioni che interrogano in generale la politica:
1) la necessità di investire saperi e risorse sul grande tema della convivenza dell’uomo con i fenomeni naturali.
2) La necessità di fare i conti con la crisi economica e quindi di decidere le priorità di investimento.
3) La necessità di ristabilire un modello di democrazia deliberativa che permetta la partecipazione dei cittadini per orientare e controllare il potere pubblico.
Su queste questioni abbiamo ottenuto l’impegno del congresso e di tutto il partito a lavorare nei prossimi mesi, consapevoli del fatto che i problemi messi in evidenza dal terremoto a l’Aquila sono problemi nazionali e non si possono risolvere se non inquadrati all’interno di una strategia economica di fuoriuscita dalla crisi e per fare questo è necessario costruire un collegamento di sistemi nazionali ed internazionali.

Ordine del giorno approvato dal congresso nazionale di Sinistra Ecologia e Liberta’:
ll terremoto a L’Aquila e nel suo territorio provinciale:
paradigma della crisi politica ed economica
Del terremoto dell’Aquila e del suo territorio si è molto parlato, prima come vetrina del miracolo efficientistico del Governo Berlusconi, poi come luogo di grandi affari, clientele, corruzione. Ambedue questi aspetti sono veri, così come è evidente che la scelta di costruire le case “durevoli ma temporanee”( le così dette new town) rispondeva anche al bisogno di sostenere alcune fette di mercato in tempo di crisi e che per ottenere questo obiettivo si è sacrificata ogni forma di partecipazione della cittadinanza sia istituzionale, con l’annullamento del ruolo dei Consigli Comunali, sia autogestita attraverso i comitati cittadini.
A noi sembra che la gestione del terremoto prima( durante tutto il tempo dello sciame sismico) e dopo il verificarsi dell’evento catastrofico, abbia evidenziato tre grandi questioni che interrogano in generale la politica:
1) la necessità di investire saperi e risorse sul grande tema della convivenza dell’uomo con i fenomeni naturali. Oggi che questo tema è portato alla ribalta dalla crisi climatica e ambientale prodotta dall’attuale modello di sviluppo, si tratta di una questione strategica per la costruzione di un partito che ha nel suo nome la parola ecologia.
2) La necessità di fare i conti con la crisi economica e quindi di decidere le priorità di investimento. Chi venisse a L’aquila in questo momento capirebbe subito come questa prerogativa della politica non sia esercitata. L’Aquila era una città d’arte e di cultura, con un centro storico ricco di monumenti e case di pregio, sede di società musicali e teatrali, era una città Universitaria che la sera si riempiva di vita giovanile, era stata in passato un importante sito industriale legato all’elettronica e stava faticosamente cercando un rilancio produttivo; in più L’Aquila è il capoluogo di Regione e perciò sede dei più importanti uffici dell’amministrazione pubblica. Oggi si vede solo un fiorire di capannoni, costruzioni provvisorie, centri commerciali tutt’intorno alla vecchia città, cantieri di ricostruzione delle abitazioni in periferia, e grandi quartieri periferici nuovi, privi di servizi, di luoghi socializzanti, di anima. Tutto questo convive con un centro storico puntellato ma ancora abbandonato, pieno di macerie e privo di un piano almeno di ricostruzione delle infrastrutture( conduzione di acqua , gas, elettricità) e con 15.000 disoccupati tra licenziati, cassintegrati e chi ha perso l’attività commerciale o professionale. In questa situazione nessuno è in grado di dire quante siano le risorse realmente disponibili, dove vadano concentrate e con quale tempistica. L’unica cosa certa è che gli Aquilani hanno già ricominciato a pagare le tasse per far fronte al disastro del bilancio statale. Senza idea di programmazione economica non c’è futuro per L’Aquila e il suo territorio provinciale devastato dal terremoto, ma neanche per l’Italia che non può uscire dalla crisi con una politica di tagli alla spesa pubblica, ma deve scegliere come investire le risorse pubbliche per sostenere l’economia e trovare nuove risorse ristabilendo la giustizia fiscale. L’Aquila avrà un futuro solo se la sua ricostruzione sarà inserita, come problema nazionale, all’interno di una strategia economica di fuoriuscita dalla crisi e per fare questo è necessario costruire un collegamento di sistemi nazionali ed internazionali, a partire dalla nostra appartenenza Europea.
3) La necessità di ristabilire un modello di democrazia deliberativa che permetta la partecipazione dei cittadini per orientare e controllare il potere pubblico. La gestione dell’emergenza terremoto da parte di Bertolaso e della “sua” Protezione Civile, ha mostrato definitivamente il fallimento dell’idea che l’efficienza presupponga accentramento di poteri, eliminazione dei vincoli, creazione di consenso attraverso la propaganda piuttosto che l’informazione. L’Aquila ha dimostrato che la gestione commissariale produce passività della popolazione, libertà d’azione per gli affaristi, incoerenza degli interventi. Ancora oggi l’emergenza è usata come alibi per aggirare le leggi vigenti e permettere, attraverso le ordinanze, interventi al di fuori di ogni piano organico di ricostruzione. In questo modo ad esempio, si è reso possibile l’affidamento alla curia dei fondi per il ripristino dei monumenti religiosi sottraendoli al controllo della Soprintendenza ai beni culturali e cioè al controllo pubblico. Il primo obiettivo è dunque quello di ripristinare la legalità uscendo dalle gestioni commissariali. E’ evidente che questa vicenda rievoca il tema dell’esercizio della democrazia nelle società complesse che va molto oltre la scelta di una nuova legge elettorale. Come recita il nostro manifesto fondativo:” le debolezze della democrazia non dipendono da un’insufficiente concentrazione del potere e da un’impotenza del decisore, ma piuttosto dall’opacità e separazione del potere, dalla sua insufficiente diffusione e distribuzione.”
Se la vicenda della gestione del terremoto a L’Aquila è così emblematica della crisi economica sociale e politica del nostro Paese essa offre anche l’opportunità di essere terreno privilegiato per sperimentare, nella ricostruzione del territorio provinciale, un nuovo modello di sviluppo, un welfare innovativo, una politica basata sulla partecipazione dei cittadini alla definizione e alla difesa dei beni comuni ambientali, culturali, sociali.
Così come il fiorire di comitati e associazioni di cittadini che è avvenuto a L’Aquila può costituire un terreno fertile per ragionare sui modelli di democrazia deliberativa.
Perciò una forza di sinistra che costruisce la sua identità proprio su questi temi dovrebbe fare della ricostruzione dell’Aquila e del suo territorio una grande questione Nazionale”.
I delegati dell’Aquila al congresso Nazionale di Sinistra Ecologia Liberta’


25 Ottobre 2010

Categoria : Politica
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