Uccisi dalle esalazioni del braciere
Lucoli – Due indiani di 55 e 58 anni sono stati trovati morti a causa delle esalazioni da combustione in una modesta abitazione a ridosso della canonica di Lucoli S.Andrea. I due lavoravano per un fornaio del paese e a sera si rifugiavano per combattere il freddo già intenso della notte nella loro abitazione per consumare il pasto e riposare. Avevano bisogno di un rudimentale metodo per scaldarsi, l’antico scaldino o braciere, alimentato a carbone o carbonella, l’unico evidentemente possibile o di cui fossero in grado di servirsi, non esistendo altri impianti caloriferi. E’ stato, secondo i primi accertamenti, proprio il monossido di carbonio sprigionatosi nella combustione, in un ambiente senza ricambio d’aria, ad avvelenare i due malcapitati durante il riposo. Sono morti, presumibilmente, senza neppure accorgersene. A trovare i corpi senza vita è stato un loro connazionale, che abitava in un ambiente attiguo sempre della canonica. Sul posto i carabinieri. La magistratura dell’Aquila ha risposto l’autopsia. Una tragedia della povertà e delle condizioni quasi intollerabili in cui tanti immigrati sono ridotti a vivere. A Lucoli abita una piccola colonia di persone giunte dall’India, che ha trovato la possibilità di vivere nelle frazioni dell’esteso comune della montagna aquilana, a ovest della città . (Nella foto un braciere tradizionale)
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