“Ecomotor, cielo azzurro e mondo pulito”
L’Aquila – (Nelle foto Giardiello, parte del progetto e la richiesta di brevetto) – Da Piedimonte Matese un progetto che potrebbe rivoluzionare il mondo. Si tratterebbe, dopo la rivoluzione informatica, della rivoluzione energetica. Dall’inventore riceviamo e pubblichiamo: “In un comune dell’alto Casertano erede dei fieri ed orgogliosi Sanniti dove ha vissuto e vive dopo circa trenta anni di lavoro in una delle piu’ importanti aziende tessili del meridione fintanto che era in produzione, come curatore dell’aspetto tecnico, vale a dire, impianti elettrici, climatizzazione, ed altri aspetti tecnici inerenti al buon andamento dell’attivita’ produttiva ed altri sei anni di attivita’ autonoma come terzista impegnato a trasferire macchinario obsoleto in paesi emergenti, Salvatore Giardiello (nella foto) fin dai primi anni settanta con la prima crisi energetica si scopri interessato a poter risolvere il problema energetico ed incomincio a pensare di utilizzare come potenziale energetico i magneti permanenti, a conforto di questa sua idea in quegli anni sul Mattino di NAPOLI appariva un articolo della dott.ssa Sorrentino riguardante un certo Oscar Palini dipendente della NASA , che avrebbe realizzato una macchina sfruttando l’ energia citata ottenendo un rapporto energetico superiore all’energia applicata per il suo funzionamento grazie ad un isolante magnetico opportunamente utilizzato.
Con quella notizia si andava definendo meglio la possibilita’ di ottenere un riscontro positivo di quanto fino allora
solamente supposto, si comincio cosi a lavorare seriamente per progettare un motore elettrico che potesse sfruttare
la componente magnetica artificiale permanente avendo gia preliminarmente effettuato delle sperimentazioni che potevano dimostrare il risultato energetico ottenibile piu’ del doppio rispetto all’ energia elettrica applicata per il suo funzionamento ma diversamente dal ” ritrovato ” di Palini non si utilizzava l’ isolante magnetico si partiva da tutt’altro in quanto non fu mai
dimostrato che la macchina fosse stata poi realmente realizzata con quelle caratteristiche, che comunque poteva realmente
funzionare e soddisfare l’ esigenza se veramente fosse stato utilizzato un isolante magnetico come allo scopo.
Gli anni a seguire furono un alternarsi di dubbi e di certezze nonostante gli esperimenti fatti nel laboratorio dell’industria tessile
che il direttore ci aveva autorizzato a portare avanti e che dimostravano l’ attendibilita’ del risultato fin quando un giorno
scoprimmo a maggior conforto l’utilizzo in settori dell’ industria pesante italiana un dispositivo che sfruttava le due componenti
elettriche e magnetica artificiale permanente per fare un lavoro che impiegava meta’ dell’ energia elettrica che impegnava prima del contributo magnetico a.p. dimostrazione di un risultato energetico doppio rispetto a prima.
Fu elaborato un progetto per una eventuale realizzazione del motore e presentato la domanda di brevetto nel 1993,
nel frattempo si cercava di avere contatti e conforti per la dimostrazione del progetto e di ottenere quanto meno il
brevetto che sarebbe stato di per se gia’ una grande dimostrazione della capacita’ energetica del ritrovato.
Contattammo il Prof. V. Prodi per avere un parere sul nostro motore, era il giorno dell’ esperimento che fecero
i ricercatori di Cagliari a Bologna e il Prof. molto onestamente ci disse che al dila’ di non poter dare un parere
sul motore perche’ esulava dalle Sue competenze specifiche , ma avremmo incontrato molte difficolta nel mondo scientifico
in quanto gia’ tra di loro i ricercatori non sono mai dello stesso parere figurarsi a dare un parere positivo,tra l’altro,
ad uno autodidatta.
Riuscimmo con il Dott. Buonalbergo che tramite Piero Angela ci fece ottenere un invito al CNR di Casaccia
nel 1998 per un conveggno sulle macchine ibride e fu presentato il progetto al dott. Vellone, capo dipartimento dell’ENEA
che ci promise il Suo interesssamento per una eventuale sperimentazione con fondi europei, il tutto si esauri con una revoca
per il protrarsi dei tempi, fu un grave errore che rimpiangiamo ancora oggi e rimane ferma la stima ed il nostro ringraziamento al dott. Vellone per l’allora ospitalita’.
Dato il protrarsi dell’esito del brevetto ci rivolgemmo all’allora presidente della Associazione degli inventori per
trovare chi potesse essere interessato alla costruzione di un prototipo, che adesso non e piu’ necessario in quanto si puo’ dimostare il funzionamento ed il risultato virtualmente, ma il Presidente pur accettando il principio di funzionamento
ed il risultato energetico che siottiene nella citata applicazione industriale smentiva lo stesso risultato nell’Ecomotor
a tal punto che pretendeva vedere il risultato con un prototipo ed essendo membro dell Commissione per i brevetti, avrebbe
invalidato anche il brevetto, come alla fine fu’ senza giustificato motivo pratico.
Nel continuare la nostra ricerca in tutti questi anni ci siamo rivoltiad una miriade di soggetti che potrebbero con un semplice esperimento virtuale dimostrare la validita’ del progetto ed il risultato energetico a beneficio ambientale ma purtroppo
nonostante i cambiamenti climatici in atto si continuano a difendere gli interessi di pochi contro l’ interesse per la sopravvivenza di tanti, mentre assistiamo, nonostante il rinnovabile convenzionale che pur dando un contributo all’ambiente
non sara’ mai sufficiente a soddisfare la richiesta in continuo aumento e per le modalita’ di sfruttamento che non sono indenni da impatti ambientali senza citare rese economiche ed energetiche.
Non ultimo a dimostrazione di quanto affermato il principio di funzionamento ed il prodotto energetico del Maglev nonche’
la sensibilta’ che altri Istituti,come il MIT di Boston pongono nella sperimentazione dei motori magnetici anche se non
specificatamente allo scopo.
L’unico e’ l’Ecomotor che puo’ essere sfruttato per autotrazione e per la produzione di energia elettrica in modo del tutto autonomo grazie all’auto alimentazione , basta poco per una dimostrazione virtuale in un Politecnico od Universita’ ed
altrettanto poco per metterlo in produzione data la capacita’ tecnologica dell’ industria italiana ed avviare cosi un processo industriale nel terzo millennio con non pochi benefici ambientali ed economici”. (Scritto dall’autore)
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