Cultura e grande schermo – Al Movieplex uno Scola vestito da Pasolini


L’Aquila – (di Carlo Di SCtanislao) – Il film è ambientato nel mondo delle baraccopoli, ai margini delle grandi città e descrive impietosamente le miserie materiali e morali di cui soffrono i poveri che quelle baracche abitano. La scena in cui si consuma, su una squallida terrazza, l’avvelenamento e l’agonia con tanto di vento che soffia e vomito in riva ad un mare brutto, sporco e cattivo, è molto cara, per sua stessa ammissione a Emir Kusturica. Con questo film “Cinema D’Assai”, compie il giro di boa: metà degli appuntamenti previsti, per una panoramica non banale sul cinema d’autore nel periodo cruciale ’60-’80. Un Manfredi in gran forma carognesca e una colorata folla di caratteristi sono gli elementi di spicco di “Brrutti, Sporchi e Cattivi”, ideato da Pasolini (che rinunciò al progetto) e diretto da Scola, uscito nel 1976, coronato da grande successo, ma guardato con sufficienza e sospetta dalla critica impegnata e militante (quella che al tempo di Sartre di diceva “engage”). Farsa tragicomica antipopulista con ambizioni di libello satirico in cadenze crudelmente grottesche, il film, in programma al Movieplex il 26 ottobre, con spettacolo unico alle 18, sarà, al solito, introdotto da Piercesare Stagni, direttore artistico della’Istituto Cinematografica La Lanterna Magica, membro di varie giure cinematografiche di rilievo e docente apprezzatissimo dell,’Accademia Aquilana de L’Immagine e di quelli da non perdere, per nessun motivo. Vincitore del premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes, il film ha circolato più in Francia che da noi e la copia della cineteca aquilana, fu una delle prime (e poche) stampate per il nostro mercato. Scrive Alberto Moravia sul Corriere nel 1976: “In questo Brutti, sporchi e cattivi si direbbe che Ettore Scola abbia voluto riprendere certi schemi del neorealismo. Ma non è così. Lo stile di Scola è diverso da quello di un De Sica almeno quanto i suoi poveri sono diversi da quelli del regista di Ladri di biciclette. Cosa è successo per provocare questa diversità fondamentale? C’è stato quello che Pier Paolo Pasolini chiamava il cambiamento antropologico del consumismo e che noi, più modestamente, definiremmo la scomparsa della speranza di tempi migliori. A questi tempi migliori, non crede non soltanto Mazzatella che infatti si comporta come in una specie di negativa eternità: ma neppure il regista il cui sguardo è sempre alla ricerca di un effetto che colpisca piuttosto che di un tratto che commuova, testimonia un curioso ritorno del barocchismo irrealista, latente nell’arte italiana. In questo notevole film, l’insistenza sui particolari fisici laidi e ripugnanti potrebbe addirittura far parlare di un nuovo estetismo in accordo coi tempi, che viene ad aggiungersi ai tanti già defunti: quello del «brutto», dello «sporco» e del «cattivo». Comunque siamo in un clima piuttosto di contemplazione apatica che di intervento drammatico. Nino Manfredi ha creato con straordinaria misura e sottigliezza un personaggio memorabile”. Una curiosità. Il film u girato quasi completamente a Roma, nella zona di Monte Ciocci, dal nome del casale di Ciocci, Torre di guardia, esattamente dopo la Scuola Agraria di via Domizia Lucilla; da qui il panorama che si affaccia sulla Cupola di San Pietro e l’Olimpica. E, subito dopo, nel 1977, la zona, fatta di soli prati, fu davvero occupata da baracche piene di sbandati e di operai che lavoravano presso i cantieri di via Baldo degli Ubaldi e Boccea. Quando si dice il cinema! Tornando al valore della pellicola, si tratta di un lavoro molto originale, segnato da momenti umoristici e grotteschi e da altri poetici e drammatici. Sicuramente è molto stimolante lo spunto che crea una commedia piena di personaggi che sono veramente politicamente scorretti, dove nessuno si salva (tranne l’eterna ragazza innocente a simboleggiare la purezza (evidente fellinismo) e dove anche il protagonista voglia male a tutti e le cose sembrino (però solo in apparenza) funzionare. Di certo, il miglio Nino Manfredi dello schermo, finalmente del tutto convince


20 Ottobre 2010

Categoria : Cultura
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