Città da rifare, dove sono piani e progetti?


foto3L’Aquila – Le verifiche in corso nel centro storico, zona “rossa” perchè profondamente devastata e a rischio crolli, danno la misura reale di ciò che si temeva, o si percepiva con raccapriccio ma realismo: la città è da rifare. Le sue ferite sono profonde, dilanianti. Le verifiche oggi hanno riguardato l’area tra Porta Napoli e viale Crispi, e dintorni. Domattina si procederà, con il mesto corteo di proprietari e inquilini di stabili che si raccoglie ogni giorno, verso la parte inferiore di via Venti Settembre, fino al ponte di S.Apollonia, limite via De Marchi e S.Andrea. Ironia della sorte, è il luogo in cui avrebbe dovuto sorgere un moderno e bel parcheggio nel vallone sotto il ponte, sul quale si era come sempre discusso e polemizzato. Le verifiche già effettuate lasciano pensare che il numero delle inagibilità in centro sarà molto alto. Fino ad oggi, si era avuto come risultato il 52% circa di case agibili intorno al cuore dell’Aquila storica. Ora le cose cambieranno, e di molto. Poche sorprese. Buona quella di ieri a S.Maria di Farfa: diversi edifici degli anni Trenta hanno “retto” egregiamente. Quelli degli anni Sessanta e Settanta, tipo casa dello studente, sono finiti in briciole e hanno ucciso. Un desolante giudizio di inettitudine (ma la parola è troppo moderata) per costruttori e imprese incapaci di fare meglio di chi li aveva preceduti, o almeno di fare altrettanto. Edifici costruiti con i piedi. Negli anni Trenta, con la testa e la diligenza. Il regime fascista era più rigoroso e severo nei controlli e nei collaudi? O la gente era semplicemente più onesta?
Città da rifare, dunque, ma dove sono progetti e piani? Per ora si procede a colpi di varianti e di concessioni all’emergenza. Si è visto ieri in consiglio comunale per il sito universitario lungo la ss.80. Si sta vedendo con gli interventi urgentissimi a servizio dell’aeroporto: strade, sbancamenti, procedure rapidissime. Potrebbe anche andar bene, ma quanto spazio è riservato ad imprese, costruttori e tecnici aquilani?
Tra le domande di questo sito che continuiamo a tenere aperte nell’apposita rubrica ( e risposte non ne arrivano), c’è quella sulla progettazione dell’Aquila futura. C’è un piano, c’è almeno l’intenzione di produrne uno in tempi ristretti? Saprà l’amministrazione Cialente prendere in mano la situazione e decidere “apertis verbis”, in consiglio comunale, sentiti tutti, senza sorprese e senza sussulti di innovazioni e varianti che scombinano il presente e non garantiscono un futuro? Sono in molti, e senza distinzioni di colore politico, a chiedere proprio questo. Noi lo abbiamo fatto anticipando tutti, venti giorni fa. Ma non è cambiato nulla, nè qualcuno si è deciso a mettere nero su bianco fornendo indirizzi, intenzioni, impegni e soprattutto scadenze. Adesso è la politica che comincia, con il bastone di velluto, a dare fendenti e a pronunciare per la prima volta la parola “sfiducia”. Una nuova frana per la città, che L’Aquila non merita, altrimenti è il tracollo, senza rinascita. Dobbiamo tutti sapere cosa si intende fare, subito, e Palazzo Margherita (si fa per dire, vista la situazione) deve dare risposte.


26 Maggio 2009

Categoria : Cronaca
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