Cultura cinema – Adele e il faraone, il nuovo angelo indecente di Luc Besson


(di Carlo Di Stanislao) – Dallo scorso venerdì è nelle sale “Adele e l’enigma del Faraone”, ritorno al regia di Luc Besson, che torna al fantascientifico dopo l’eccellente “Il quinto elemento” e alla direzione dopo un lungo periodo da produttore di buoni action movie di serie B. Il film europeo a più alto costo sin’ora, distribuito da Medusa, è ispirato ad un celebre fumetto, che sceglie come personaggio principale una bella ed intraprendente eroina dei primi del Novecento, che ci coinvolge nelle sue avventure, a metà strada tra il comico, lo storico ed il surreale. Una protagonista femminile di grande fascino, dura in apparenza ma dall’animo gentile, prona all’azione e un po’ libertina. In pratica: santa e prostituta, meglio però non farla arrabbiare, perché picchia peggio di un maschio. Le protagoniste dei film di Luc Besson sono tutte un po’ simili o con varianti su un tema comunei: dall’indimenticabile Nikita, alla Natalie Portman bambina di Leon (la cui imminente adolescenza aveva più d’una morbosa sfumatura), fino a Leloo e Giovanna d’Arco, entrambe interpretate da Milla Jovovich. Non parliamo di Angel-A: angelo custode (con tanto di ali retrattili) travestito da donna di vita. Il regista francese sceglie le sue attrici secondo un gusto che trascende il lavoro (ne ha sposate due), presentandole come eroine femministe, ma disegnandole attraverso la fantasia di un liceale innamorato. Anche in questo lavoro egli si conferma come uno dei grandi innovatori del cinema europeo, che ha riportato linfa punk in un ambiente artritico ormai quasi decotto. Straordinaria la protagonista, presa dalla tv, l’ex giornalista Louise Burgoin, che fuma come una ciminiera, vive da rivoluzionaria nella Parigi del 1912 e non disdegna cavalcare pterodattili. In Francia, dove ha fatto registrare 1,8 milioni di spettatori, il film è molto piaciuto, come anche in Cina e Giappone, dove è stato accolto molto bene. Un successo che a Hollywood significherebbe sequel, ma che Besson esclude categoricamente: “Non ci penso proprio: se non c’e’ una storia valida non faccio nessun film al solo scopo di fare soldi. Per ‘Leon’ sono 15 anni che mi chiamano proponendomi un sequel, ma io non sono interessato”. A lui piacciono le eroine dure e peccaminose e già ne sta immaginando un’altra, per il suo prossimo film, previsto in 3D per il 2012, ancora una volta di fantascienza.


17 Ottobre 2010

Categoria : Cultura
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