Giustizia autoreferenziale a orologeria
L’Aquila – (di Paolo Vecchioli, avvocato) – Il “Processo breve” è una truffa perché richiede tempi comunque dilatati da sei a undici anni con ulteriori proroghe possibili e secondo i comodi delle toghe e la loro statistica e sempre in difetto di separazione delle carriere.
Anche a L’Aquila ,come in Abruzzo e nel Bel Paese in genere,è visibile l’autoreferenzialità delle toghe sia inquirenti che giudicanti e la negazione del giusto processo che può nascere solo dalla radicale ed organica cultura incontestabile ed inconfutabile della terzietà del giudice.
Invece permangono i parametri di sempre: indagini ad orologeria; toghe intoccabili,in deroga all’Ordinamento Giudiziario,giudici di se stessi ed in casa propria,asservimento della terzietà alla ragion di casta;carriera comunque garantita con considerevoli emolumenti economici intoccabili ed alla faccia di ogni congiuntura economica,dei disoccupati,dei precari,dei giovani,dei ricercatori e degli scienzati invitati ad ululare alla luna e poi emigrare.
Le indagini ad orologeria sono quelle che decide il PM che scegliere chi perseguire con la scusa dell’eccessivo carico e numero dei fascicoli da istruire e con pochi mezzi ma vigente obbligatorietà dell’azione penale ma non per tutti.
Le toghe hanno ululato contro il “processo breve” perché ad personam ma a L’Aquila sono immediatamente partite le indagini per i fatti/reato da terremoto sorpassando tutti gli altri procedimenti penali pendenti .
Chi ha deciso tale prevalenza e perché in questo caso si è celebrato,finalmente , un processo breve ?
Infatti e da sempre le toghe,a loro piacimento e senza alcun controllo se non quello autoreferenziale,applicano la cosidetta “amnistia impropria”,quella che sistematicamente e da sempre è concessa ai sodali se si decide chi e che cosa indagare e chi e che cosa seppellire con la prescrizione giustificata dal carico di lavoro e dai mezzi limitati. Prescrizione mai scandalosa come quando ne usufruisce il Berlusca & C. ,che Dio li stramaledica.
Le toghe di cui sopra sono le stesse che minacciosamente ululano e producono fascicoli d’inchieste ed intercettazioni a spese di Pantalone, a comando dell’ANM e sotto l’egida della terza camera CSM,se solo,per fare spazio nei gironi infernali delle carceri che scoppiano, si prova a parlare da parte della politica di amnistia ed indulto.
La Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni difensori di indagati a L’Aquila per reati da terremoto,che lamentavano una situazione ambientale pesante e non solo per le carriole rosse,gli aspiranti volontari alle manganellate opportune e politicamente utili da esibire dopo tre o quattro sconfitte elettorali,gli sciancati sinistri riciclatisi ambientalisti di macerie da rimuovere con la bacchetta magica,gli idioti negazionisti dell’esistenza delle C.A.S.E.,dei MAP e della scomparsa delle tendopoli.
Quindi i processi a L’Aquila,città dove toghe Aquilane di nascita,con parenti mogli,figli,mariti,cognati,suoceri,cugini,compari ecc. ecc. in città che se non hanno avuto vittime dirette in famiglia sicuramente hanno ricevuto danni alle case proprie,a quelle dei parenti ed affini,sono impermeabili ed i giudici terzi.
Queste numerose toghe Aquilane, in deroga all’O.G.,sono come la moglie di Cesare al di sopra di ogni sospetto e ciò eticamente ed è possibile che lo siano anche esteticamente perchè esenti da ogni riferimento ed influenza ambientale?
Stiamo ancora aspettando il processo alla Giunta Del Turco e nessuno ci dice dove sono i 15.000.000 di euro che parevano già recuperati quantomeno alla Sanità Reg.le;il processo FIRA ha quasi la totalità dei reati/mezzo e/o reati/fine già prescritti e siamo ai preliminari avanti al GIP/GUP; il processo alla “monnezza” che vede protagonisti i Di Zio & C. è chiacchierato dal 2008 ma scoppia dopo l’eliminazione giudiziaria e la cancellazione dalla politica regionale di Stati & C.
Ci accontentiamo ancora delle risposte che avremo nel tempo mentre,nel frattempo,qualche toga avrà raggiunto i limiti della pensione e con onore e cospicua “buonauscita” a spese di Pantalone per aver indagato ut supra,qualche altra toga avrà fatto eccellente carriera ed avrà ottenuto il trasferimento dove e come desiderato e sempre a spese di Pantalone ed altre avranno iniziata la solita carriera politica con la benedizione dell’ANM e del CSM,mentre Pantalone pagherà per le lungaggini,le assoluzioni,le indagini ,i rinvii,le perizie,le intercettazioni ecc. ecc.
Altro che “processo breve” se le toghe lavorassero tenendo udienze tutti i giorni,timbrassero il cartellino a garanzia della loro presenza in ufficio e senza deroga all’O.G. fossero residenti sul posto di lavoro oppure,se non residenti, almeno pagassero di tasca loro le spese di auto,benzina,autista e quant’altro oggi pagate da Pantalone si ridurrebbero notevolmente i tempi insieme ai costi della giustizia con vantaggi per tutti e non solo per i sodali.
I sinistri velinisti strabici foraggiati sistematicamente dalle informative delle procure,hanno indagato ed intervistato le escorts del Berlusca,che Dio lo stramaledica,i massaggi di Bertolaso & C.,i furbetti del quartierino,le cricche,la P2 e P3,la svendita di idee,ideali e case a Montecarlo e dintorni,Verdini e quant’altro propinatoci ormai sistematicamente ed in ogni salsa ma mai hanno pensato di verificare quanto ci costano le toghe che, in deroga all’O.G.,fanno i pendolari per raggiungere la sede loro assegnata con auto blù,autista ,benzina e consumi a carico di Pantalone mentre ai sudditi si chiedono sacrifici e tagli e ciò anche a L’Aquila, se vogliamo e come evidente.
Quanto precede non interessa Repubblica,L’Espresso,Il Fatto Quotidiano,Il Corrierone,Santoro,Fazio,ecc. ecc. ma potrebbe essere una legittima inchieste giornalistica anche se pensata e scritta da chiunque non omogeneo alla stampa di regime anche se senza veline delle procure potrebbe diventare non inchiesta giornalistica ma dossier da redazioni succursali dei servizi deviati e con giornalisti Killers e ciò potrebbe accadere anche a L’Aquila.
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