La città in ginocchio deve pagare i debiti della Perdonanza contratti nel 2004
L’Aquila – Scrive il Comune: “La giunta comunale ha deliberato la liquidazione di una prima parte di debiti fuori bilancio relativi a pagamenti per spettanze relative a passate edizioni della Perdonanza Celestiniana. In particolare sono stati messi in pagamento 35mila euro afferenti a spese di organizzazione e servizi per l’edizione 2004 della manifestazione.
“Si tratta di una vicenda che ha suscitato molte polemiche – ha dichiarato il sindaco Cialente – rispetto alla quale, sulla base della necessaria continuità amministrativa, ci siamo trovati a far fronte a debiti fuori bilancio che dovremo comunque liquidare progressivamente. Ricordo – ha proseguito Cialente – che le ultime tre edizioni della Perdonanza hanno chiuso i conti in pareggio, ivi compresi quella 2010, la cui rendicontazione è già all’esame della commissione consiliare Garanzia e Controllo”.
(Ndr) – L’Aquila, nonostante le ferite inflittele dall’aprile 2009, non solo per colpa della natura, s’intende, continua ad appariure una città unica al mondo. Non per i monumenti che non ha più o che contempla sbriciolati e spicinati, ma per l’assurdità della sua politica. Un comune che si trova come si trova, è costretto a pagare i debiti della Perdonanza del 2004, e nessuno ha nulla da ridire: dormono sonni plumbei i partiti, i sindacati, i criticoni, i tuttologi, i parrucconi e i sapienti. Tutto tace. Tutto regolare. Non uno che si chieda come mai nessuno dei responsabili di quei debiti sia stato chiamato a risponderne, a rifonderli, oppure a comparire davanti ad un giudice contabile. Tutto ok, come le fogne di Parigi che inghiottono tutto da secoli. Una città incredibile, che piange per il terremoto, si rialza ferita, amputata, straziata, e deve pagare i debiti del 2004 per la Perdonanza, ha bisogno davvero di un perdono che neppure quell’anima nobile di Celestino concederebbe.
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