Il nuovo teatro italiano in scena nel cuore autunnale della “Grande mela”


New York (USA) – (di Goffredo Palmerini) – Ottobre e’ un bel mese, a New York. Ancora il tempo e’ mite ed e’ sempre piacevole camminare per le sue strade, tranquillamente, mentre la gente qui ha sempre tanta fretta. I colori della natura iniziano la loro mutazione. Li osservo, passeggiando per Central Park. Dal verde che si va stemperando, le chiome degli alberi accennano tutte le cromie della scala: dal giallo all’ocra, dal rosso al vinaccia e al ruggine. Cadono le prime foglie sui prati ancora verdi smeraldo e sui costoni scuri di granito basaltico che interrompono la regolarita’ dell’erba. Il pensiero mi porta d’improvviso all’Aquila, la mia citta’. Penso che se fosse stata costruita sul granito, come la Grande Mela, non avrebbe mai avuto il dramma che l’ha colpita cosi’ gravemente, con il terremoto del 6 aprile 2009 e con altri nei secoli precedenti. Purtroppo non sul granito, che non c’era, ma sulle arenarie d’un grande lago pleistocenico che invadeva la conca raccolta tra i monti delle catene che la circondano fu edificata la citta’, otto secoli fa. Si diceva del mese di ottobre, qui a New York. Da oltre trent’anni e’ anche il Mese della Cultura italiana (Italian Heritage and Culture Month). Tutto comincio’ nel 1976, quando il sindaco, Abraham Beame, volle dedicare alla Cultura italiana una Settimana, nel mese di maggio. Da quel primo esperimento, consolidatosi negli anni grazie all’impegno di Leo Bernardo e Angelo Gimondo, due docenti di Letteratura italiana nella Grande Mela, si passo’ nove anni dopo al mese d’ottobre, anche in ragione delle celebrazioni del Columbus day. Non piu’ per una sola settimana, ma per l’intero mese d’ottobre. Da allora sia il Governatore dello Stato di New York, sia il Presidente degli Stati Uniti, s’impegnarono per conferire a questa significativa celebrazione annuale il riconoscimento di “Mese del patrimonio e della cultura italiani”. Si costitui’ quindi un apposito Comitato (Italian Heritage and Culture Committee of New York), composto da insigni personalita’ della comunita’ italiana nella Grande Mela, che nel corso di tutto l’anno appronta di volta in volta gli eventi. Oggi il Comitato e’ presieduto da Joseph Sciame e il Board of directors composto da figure di spicco della nostra comunita’ in tutti i campi.

Ogni anno il Comitato dedica a un grande italiano il Mese della Cultura. Negli ultimi tre anni, per esempio, sono stati onorati Galileo Galilei e Giuseppe Petrosino (2009), Andrea Palladio e Antonio Meucci (2008), e Giuseppe Garibaldi (2007). Quest’anno il Mese e’ dedicato a Maria Montessori (Chiaravalle, 1870 – Noordwjek, 1952), psichiatra e pedagoga che ha influito profondamente nella psicologia rivolta all’infanzia e nei metodi formativi, apportando un’autentica rivoluzione. Figura intellettuale e politica di grande rilievo mondiale, Maria Montessori lo e’ stata anche sul versante dell’emancipazione femminile. Nel corso di tutto il mese d’ottobre sono in programma decine di concerti, conferenze, spettacoli. Tra le tante iniziative in programma, comprese quelle che direttamente mi riguardano - la presentazione del mio ultimo libro “L’Aquila nel Mondo” e le conversazioni che ho tenuto sull’Aquila e l’Abruzzo al Westchester Community College e a Casa Zerilli-Marimo’ della New York University – c’e’ sicuramente da mettere in grande evidenza una rassegna teatrale su tre settimane, promossa ed organizzata dal drammaturgo Mario Fratti. Il grande scrittore teatrale, che dal 1963 vive in America dove ha insegnato alla Columbia University e all’Hunter College, da diversi anni presenta nuovi Autori italiani, spesso ignorati in patria, in un noto teatro di New York. In questi giorni, dunque, ho potuto avere l’opportunita’ di seguire la rassegna e vedere molte interessanti opere teatrali, presentate al teatro “For the New City” sulla Prima Avenue, nel Village. Ero fra un  pubblico folto e qualificato per vedere, e poi applaudire, “La Sentenza” di Maricla Boggio. Commovente tragedia, in Palestina. Un misterioso personaggio (Stefano Meglio) sorveglia una palestinese (Claudia Godi). Le rivela poi un tragico segreto. Ho seguito poi “Eclissi”, di Annamaria Barbato Ricci. Lacerante monologo d’una donna innamorata, sfruttata e abbandonata. Intenso. Interpretato da tre differenti attrici (Theresa Gambacorta, Mary Ann Principe e Lucia Grillo), lo hanno presentato con grande passione, in italiano e inglese. Quindi “La nostra amicizia”, di Cinzia Berti. Una giovane (Claudia Godi) viene violentata dal suo ex fidanzato. Non perdona. Ancora “Renzo e lei”, di Aldo Formosa. Uno stanco fidanzato (Stefano Meglio) provoca e deride la sua donna (Mary Ann Principe). Lei decide alla fine di lasciarlo.

E’ di Marcello Lazzerini l’opera “Celeste e Galileo”. Un elegante, sofisticato dramma basato sulla vita di Celeste (Laura Lamberti) che, religiosissima, ama suo padre (Sandro Carotti) e soffre per la persecuzione della Chiesa nei suoi confronti. E’ un testo raffinato, ispirato alla corrrispondenza effettivamente avvenuta tra la figlia e Galileo tra il 1623 e il 1633, l’anno del processo al grande scienziato e della sua condanna per eresia, che portarono all’abiura delle sue teorie astronomiche. Singolare l’allestimento scenico per la regia di Laura Caparrotti.
“Holy money”, di Enrico Bernard, e’ una divertente storia d’una giornalista (Ava Mihaljevich) che seduce e convince un miliardario (Martin Kushner, attore e regista) a finanziare progetti per l’Africa. E’ stata poi la volta di “Zodiaco”, di Franco Celenza. Autore teatrale e saggista, Celenza e’ un abruzzese che vive a Milano. A lui peraltro si deve un’interessante storia del teatro in Abruzzo, dalle origini ai giorni nostri, pubblicata qualche anno fa. Poesia ed immaginazione, nella sua opera, ben interpretata da Gabriella Mazza e Mary Ann Principe. La scoperta dell’anno e’ stato il dramma “Il trovacadaveri”, di Davide Morganti, rappresentato in italiano e inglese. Stefano Meglio – che e’ stato il regista principale delle sei serate – ha convinto e strappato risate con la storia d’un disoccupato che viene pagato 15 euro a cadavere. Quelli degli immigrati morti durante le traversate in mare, nella speranza di raggiungere l’Italia. Amara metafora di certe fobie xenofobe, che tanto successo purtroppo hanno in una certa Italia. C’e’ poi stata una serata speciale dedicata all’indimenticabile Toto’, alla sua “Livella”, recitata e diretta da Laura Caparrotti e Stefano Meglio. Seguita da “Livella … il giorno dopo”, di Rita Gemma Petrarca. Eccellente compagnia di bravi attori. Calorosi applausi a tutti, generosi volontari che amano e diffondono il nuovo teatro italiano. Un festival che attira un pubblico che scopre, finalmente, nuovi Autori. Un successo. Augurabile che anche in Italia ci si accorga dei nuovi Autori e si tributino loro i riconoscimenti che meritano. America docet.


15 Ottobre 2010

Categoria : Cronaca | Cultura
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