Sì a neurochirurgia, ecco perchè


L’Aquila – SIA A L’AQUILA CHE AD AVEZZANO – Dopo aver sollecitato un incontro con il Sindaco Floris al fine di fare il punto della situazione sul reparto di neurochirurgia dell’Ospedale di Avezzano, il Consigliere Regionale Di Pangrazio torna sull’argomento ribadendo l’importanza fondamentale del reparto in questione. L’unità operativa di neurochirurgia – sostiene Di Pangrazio – è stata creata a seguito di una lunga collaborazione tra l’ospedale di Avezzano e gli specialisti di Regina Elena, divenendo nel corso degli anni centro di eccellenza per la chirurgia spinale, all’avanguardia nazionale ed internazionale, e polo di riferimento dell’intero settore.
In dieci anni di vita sono stati effettuati 3500 interventi sul cranio e sulla colonna vertebrale oltrechè 5000 prestazioni ambulatoriali e di pronto soccorso. Tantissimi se si considera l’esiguo numero di medici, di letti e di sedute operatorie.
Ad Avezzano si è riusciti a fare circa 400 interventi l’anno con soli 5 medici e 1 seduta operatoria e mezza a settimana.
I parametri corretti da prendere a riferimento sono:
- il numero di sedute operatorie a settimana;
- il numero di medici impiegati;
- l’appropriatezza dei ricoveri (cioè il rapporto tra pazienti ricoverati ed operati)
- il numero di pazienti in lista d’attesa ( ad Avezzano ce ne sono circa 200).
Secondo i dati ufficiali del 2006, pubblicati dal Ministero, i due reparti neurochirurgici abruzzesi che hanno prodotto di più sono quello di Teramo e quello di Avezzano.
Si pensi che il dato inerente all’attività neurochirurgica di Avezzano relativa al 1999 è di 389 interventi, di cui il 25,5% cranici (percentuale addirittura superiore alla media nazionale).
Sembrano pochi, ma sono in realtà tantissimi.
Non è pensabile – continua Di Pangrazio- che si giunga allo smantellamento di un reparto che negli anni si è distinto per la professionalità.
L’offerta sanitaria subirebbe un duro colpo privando in tal modo i cittadini di servizi che senza dubbio hanno reso l’Ospedale civile di Avezzano punto strategico nel settore neurochirurgico, data anche la posizione geografica utile dello stesso.
Ribadisco quindi la necessità di un’azione congiunta tra le forze politiche, sindacali ed istituzionali al fine di impedire la chiusura del reparto di Neurochirurgia.
Vorrei introdurre inoltre un nuovo ragionamento.
Bisognerebbe riflettere sull’utilità di mantenere nei due Ospedali pubblici di Avezzano e di L’Aquila il reparto di Neurochirurgia.
Il primo dedicato agli interventi ordinari in quanto giustificati dall’attività elevata e costante negli anni, come prima specificato.
Il secondo, così come previsto nel Piano Sanitario, quello dell’Ospedale di L’Aquila, dedicato agli interventi programmati e collegato al complesso Universitario della facoltà di Medicina e Chirurgia.
Probabilmente le strutture da mantenere o chiudere dovrebbero essere quelle che negli anni non hanno mostrato né numeri né eccellenze e non quelle ritenute utili ed efficienti sulla base di dati inconfutabili.
Il territorio dell’Abruzzo interno (provincia dell’Aquila) va pertanto difeso nella sua interezza quando dimostra di avere capacità e ragione di essere.
In questo caso il reparto di Neurochirurgia ne è un esempio.
Occorre quindi ragionare su una riparametrazione che tenga conto dei dati reali, delle capacità professionali esistenti e dei risultati raggiunti nel tempo per capire che vanno mantenuti i reparti di neurochirurgia nell’Ospedale di Avezzano ed in quello dell’Aquila.


14 Ottobre 2010

Categoria : Cronaca
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