S.Giusta, molto più antica di quanto si pensasse: il terremoto svela tesori e storia


L’Aquila – LA SPLENDIDA CHIESA FA LE SUE “RIVELAZIONI” – Qualcosa di buono potrà venire fuori, alla fine, persino dal terremoto: per esempio la riscrittura, sia pure parziale e sulla base di nuovi documenti, della storia aquilana. I puntellamenti e le scoperte che hanno consentito dimostrano che della città non si conosce il passato, neppure approssimativamente: si è sbagliato di secoli. E forse L’Aquila o almeno alcune parti del suo centro storico, sono molto più antiche di quel quattordicesimo secolo che si indicava. Storici che si copiano l’un l’altro, parrucconi che ripetono a pappagallo ciò che hanno solo sentito o letto. Secondo Luciano Marchetti (nella foto) vice commissario per i beni architettonici, i lavori per la messa in sicurezza post-terremoto hanno riguardato circa 2 mila chiese del cratere per un complessivo di 500 interventi. Marchetti era presente oggi alla presentazione di oggetti e frammenti artistici, trovati durante la complessa puntellatura della chiesa di Santa Giusta, un gioiello tra i più importanti tra i monumenti aquilani duramente colpiti dal sisma. Molte chiese risultavano prima dei puntelli danneggiate e messe in pericolo seriamente. Parlando dei fondi necessari per il recupero dei beni culturali (3 miliardi e mezzo di euro, ma forse non basteranno) danneggiati dal sisma, Marchetti ha detto: “Fuori da qui non ci si rende conto della dimensione di questo terremoto in Abruzzo, un sisma molto particolare, perche’ e’ la prima volta che viene colpita una intera citta’, peraltro molto monumentale, e si cerca di procedere al recupero dei beni per quanto piu’ possibile”.
Dopo gli affreschi rinvenuti durante i lavori di puntellamento della chiesa di Santa Maria Paganica, adesso e’ la chiesa di Santa Giusta a far parlare di se’. Con Marchetti ne hanno parlato oggi l’archiettto della Soprintendenza, Corrado Marsili e l’esperta storica, Biancamaria Colasacco. Prima di tutto, la chiesa è molto più antica di quanto si sapeva: non risale a metà ’300, ma a metà ’200. Lo proverebbero i frammenti di un rosone appartenente alla facciata originaria, del tutto sconosciuta. Sono venuti alla luce anche affreschi antichi. Una parte comunque è andata persa.
Quando saranno finiti gli interventi per la sicurezza, alcune chiese potranno essere riaperte, anche parzialmente come è avvenuto per le Anime Sante. La curia dovrà dire la parola decisiva.


13 Ottobre 2010

Categoria : Storia & Cultura
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