Comune: sì al progetto ENI, no all’edilizia sostenibile – Moroni parla di affossamento


L’Aquila – SALVO ALLA FINE L’ACCORDO CON L’ATENEO – Una resipiscenza, un sussulto di saggezza, sia pure tardiva e all’ultimo momento: con il fiatone e la paura di combinare un pasticcio senza rimedio, di cui nessuno, poi , sarebbe stato responsabile. Il no al progetto ENI è stato evitato in extremis, con l’ennesima prova dell’approssimazione e dell’incompetenza che dominano la politica aquilana. Il consiglio comunale ha comunque approvato la delibera relativa alla variante al piano regolatore generale per la modifica della destinazione d’uso di terreni di proprietà dell’Università dell’Aquila, in località Casale Calore, finalizzata alla realizzazione del progetto Eni “Un ponte per l’innovazione”, in ratifica al relativo accordo di programma, sottoscritto dallo stesso Comune, dalla Provincia dell’Aquila e dall’Università.
L’Eni ha messo a disposizione dell’ateneo aquilano risorse pari a 20 milioni di euro per tre anni allo scopo di realizzare un centro di ricerca, dotato di laboratori scientifici e strutture didattiche e residenziali che potranno ospitare fino a 100 ricercatori e studenti, oltre a 50 borse di studio per dottorati di ricerca e contratti a progetto. Per l’attuazione dell’iniziativa l’università ha individuato terreni di sua proprietà, in zona “casale calore”, per complessivi 30mila metri quadri, rispetto ai quali il consiglio ha deliberato la modifica della relativa destinazione d’uso da aree agricole a superfici per attrezzature generali, onde consentire la realizzazione dell’intervento. Dopo una lunga discussione, che ha impegnato l’assemblea per tutta la mattinata, la delibera ha avuto il via libera con 17 voti favorevoli, uno contrario e 4 di astensione.
Il consiglio ha quindi provveduto a eleggere la Commissione della Circoscrizione di Arischia, con funzioni di amministrazione, a seguito della revoca del presidente. I tre membri eletti sono risultati Giuseppe Bello’, Giuseppe Colageo e Fabrizio Taranta.
Dopo una sospensione alle 14 i lavori sono ripresi nel primo pomeriggio. È stata approvata la delibera relativa all’alienazione di alcuni terreni appartenenti al demanio collettivo di Pescomaggiore per consentire l’impianto di una torre anemometrica, da parte della società Relight Energie, che dovrà supportare uno studio di fattibilità per l’eventuale installazione di pale eoliche. La proposta è passata con 11 voti favorevoli, 5 contrari e un astenuto.
Via libera dell’assemblea anche per altre due proposte deliberative riguardanti alienazioni di terreni. Nel primo caso le superfici erano di proprietà del demanio collettivo di Forcella del Contado e l’alienazione è in favore della ditta Adriatica Energia per analogo impianto di altre due torri anemometriche (il provvedimento è stato approvato con 14 voti favorevoli, 4 contrari e uno di astensione), nel secondo i terreni appartenevano invece al demanio di Roio e l’autorizzazione all’alienazione è in favore della società Tecnosider, titolare di uno stabilimento produttivo. Quest’ultima delibera ha avuto l’approvazione all’unanimità dei presenti.
Infruttuosa, invece, la votazione circa l’ultimo punto all’ordine del giorno, relativo all’approvazione del regolamento per l’edilizia sostenibile ed il risparmio energetico. I 16 voti favorevoli, con un unico di astensione, non sono infatti bastati ad assicurare la validità della consultazione, per cui occorreva la maggioranza “qualificata” di almeno 20 votanti. La delibera verrà quindi riproposta alla prossima seduta. Il consiglio si è sciolto in serata.
Amarezza è stata espressa dall’assessore all’Ambiente Alfredo Moroni per l’esito dell’ultima votazione. “Lunedì andremo a Firenze, nell’ambito del convegno nazionale promosso da Legambiente sull’ecosistema urbano – ha dichiarato Moroni – dove siamo stati invitati a presentare proprio il nostro regolamento sull’edilizia sostenibile, per la sua valenza innovativa. Spiace constatare che questo strumento, fondamentale per la ricostruzione della città e oggetto di altissime attenzioni a livello nazionale, sia stato affossato dalla mancanza del numero legale alla votazione, dovuta a sua volta, e questa è la ragione della mia amarezza – ha concluso Moroni – all’uscita “strategica” dall’aula del consigliere Antonello Bernardi, che fa parte del Pd e dunque della nostra maggioranza”.


11 Ottobre 2010

Categoria : Cronaca
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