Cavallari, che strano sequestro tardivo


Cavallari di Pìzzoli – C’è qualcosa di poco spiegabile nel sequestro dei cantieri a Cavallari di Pìzzoli, dove stanno sorgendo palazzine antisimiche di una residenza per studenti universitari, poco meno di 300 letti, intitolata ad una delle vittime del terremoto, Giulia Carnevale. E addolora tutti che sorgano polemiche e incomprensioni proprio a proposito di un’opera che stava sorgendo per alleviare il problema delle residenze studentesche, nel nome di una delle vittime del 6 aprile 2009. Stava sorgendo, si diceva. Ma da molti mesi i lavori erano in corso e chiunque transitando sulla vicina superstrada per Marana di Montereale, poteva vedere l’ampio cantiere dove le palazzine venivano erette con un ritmo molto rapido, del tutto sconosciuto al torpore delle opere aquilane, quasi tutte da sempre o incompiute, o compiute dopo un numero esagerato e intollerabile di anni. E di aumenti di costi. Basta pensare al S.Salvatore: 200 miliardi (di lire) e venticinque anni di lavoro, per aprire poi un ospedale che non ha mai avuto l’agibilità ed è crollato in parte. E che doveva costate una dozzina di miliardi.
A Cavallari si lavorava invece velocamente e le case spuntavano dalla campagna velocemente. Perchè il sequestro è arrivato ora, nell’imminenza dell’inaugurazione? E dell’anno accademico? Il Comune di Pizzoli afferma con sicurezza e certamente avendone prove e documenti, di essere a posto. Anche altri sostengono che tutti i documenti sono ok. Nessuno si era accorto delle presunte irregolerità che solo oggi vengono contestate? Il ricorso contro il sequestro arriverà presto. Ma intanto gli studenti che avevano già un tetto debbono preparasi a sgomberare il campus. Che costa molti soldi, risorse che rischiano di rimanere inutilizzate chi sa per quanto tempo, o addirittura vanificate. La vicenda presenta aspetti tutti da spiegare e non convince soprattutto il tempo trascorso senza alcuna reazione dall’inizio dei lavori ad oggi. Sicuramente non di nascosto o all’insaputa delle autorità. Del resto, anche chi ha presentato l’esposto e la sovrintendenza avranno delle buone ragioni dalla loro parte. Ma, per la gente, per gli studenti, per la collettività, ecco un’altra pagina sconcertante di aquilanità negativa e per i cittadini difficilmente comprensibile. Tanto per dirne una, le case antisismiche sono troppo vicine al fiume, e questo è vistoso: chi doveva accorgersene in tempo e intervenire? Il tuono delle autorità spesso arriva troppo tardi, quando la luce del fulmine ha già colpito da un pezzo.


09 Ottobre 2010

Categoria : Cronaca
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