I soldi di Di Zio: fuori la coerenza (se c’è)
L’Aquila – (di Giulio Petrilli, PD) – L’imprenditore Di Zio (nella foto) coinvolto nell’inchiesta sui rifiuti e attualmente agli arresti domiciliari, elargiva soldi a quasi tutti i partiti politici. Contributi legali solo da un punto di vista formale, in realtà un’imprenditore che elargisce 400.000 euro in un anno per i partiti politici o per i rappresentanti politici doveva e deve far riflettere.
Ora sarebbe buon costume che tutti coloro i quali hanno ricevuto questi finanziamenti si facessero una sana e pubblica autocritica.
Chi era contrario agli inceneritori come faceva ad accettare soldi dal principale imprenditore del settore?
Anche chi era favorevole si interrogava sul perché della magnanimità di questo imprenditore?
Da questa storia esce evidente che nella politica la doppia morale è imperante e questo non va bene.
Poi non ci si può lamentare se la politica oggi viene identificata per malaffare, per azienda imprenditoriale e per corruzione.
(Ndr) – L’elenco dei beneficiari dell’oro di Di Zio è davvero eloquente e istruttivo. In un paese rispettoso della democrazia prima di tutto le elargizioni non avrebbero dovuto essere una rivelazione giornalistica, ma finanziamenti alla luce del Sole noti a tutti, documentati e utilizzati per scopi ben precisi. Come negli USA. Qui diventano un dossier. In secondo luogo, in tanti dovrebbero fornire spiegazioni oppure cospargersi la testa di cenere e restituire i soldi. Parliamo, ovviamente, di posti che non sono nè l’Italia, nè tanto meno l’Abruzzo. Cioè posti civili e trasparenti. Ce ne saranno al mondo, vogliamo crederlo ad ogni costo.
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