Morti su strada, Cialente ricorre al prefetto: l’area aquilana è caotica e pericolosa


(Nella foto via Venti Settembre, ormai quasi morta: ma in periferia la città è un inferno pericoloso) – L’Aquila – Traffico sempre più caotico e intenso, incidenti, strade insicure, investimenti e vittime della strada. L’Aquila è cresciuta a dismisura sul territorio, a causa dei nuovi quartieri costruiti nella cintura (una ventina, con migliaia di abitanti), mentre non esistono misure di sicurezza, dispositivi di controllo efficace del traffico, semafori moderni e adeguati alle nuove esigenze, segnaletica orizzontale, marciapiedi, illuminazione, camminamenti pedonali: un inferno per chi va in auto, un inferno per chi va a piedi e rischia l’incolumità. Forse qualcuno comincia a rendersene contro, sia pure con il solito ritardo di mesi e dopo molte vittime. Lo fa il sindaco Cialente, che oggi ha inviato una nota il prefetto Giovanna Maria Iurato per richiedere la convocazione urgente di un tavolo per la sicurezza e l’ordine pubblico, allargato al tavolo di coordinamento sulla mobilita’ e a tutti gli enti e le istituzioni interessate. “Il fine – ha dichiarato il sindaco Cialente – e’ quello di affrontare tutte le problematiche connesse alla mobilita’ aquilana, urbana ed extraurbana, soprattutto alla luce degli eventi luttuosi verficatisi negli ultimi giorni. Il nuovo assetto urbano della citta’, la rinnovata localizzazione di diverse attivita’ commerciali e produttive e la presenza di sempre piu’ numerosi cantieri hanno determinato infatti un aumento esponenziale del traffico, soprattutto nelle arterie di collegamento tra la citta’ e la periferia o le frazioni. Si rende pertanto necessaria una nuova analisi complessiva della situazione, con riferimento particolare alla tutela della sicurezza e dell’incolumita’ di automobilisti e pedoni, soprattutto in previsione – ha concluso il primo cittadino – di un incrementarsi delle problematiche legate al traffico nei prossimi mesi, proprio per l’acuirsi dei fattori sopraelencati”.
(Ndr) – Che L’Aquila sia un’area urbana ormai spezzettata, frammentata, dislocata in varie direzioni diverse, è un’evidenza che da mesi è sotto gli occhi di tutti. Ma da queste parti servono i morti per darsi una mossa e spremersi le meningi. Si è pensato solo alle case (l’emergenza non consentiva certo sottigliezze) ma poi è trascorso un anno in assoluta inerzia: in pratica si è caricato sulla rete stradale preesistente tutto l’immenso movimento generato dai quartieri periferici. Interventi sulle strade non se ne sono visti, così come mancano le strutture minime per salvaguardare le persone, come i marciapiedi larghi, puliti e capienti che dovrebbero esistere lungo ogni arteria di traffico. L’illuminazione stradale è quasi ovunque pessima, carente, con decine di punti luminosi guasti per mesi o abbattuti. Passaggi pedonali protetti e segnalati non esistono. Si è agito come sempre, in questa città distante dai problemi quotidiani delle persone, specie le meno abili e quindi più fragili ed esposte. Prima le auto, poi il resto se c’è tempo. Ma non c’è mai stato tempo. Ora la situazione è emergenziale in modo permanente, può solo peggiorare di giorno in giorno. Cosa potrà mai farci un prefetto, non riusciamo a capirlo. Ma bisogna confidare, altrimenti dove andiamo?


04 Ottobre 2010

Categoria : Cronaca
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