L’opinione – I capponi di Renzo


L’Aquila – (di Paolo Vecchioli, avvocato) – Ci siamo l’emergenza è stata digerita ed i suoi tempi attuali sono ormai recepiti in ragione di realizzazione di opere per viabilità,cablaggi delle reti sia telefoniche che elettriche,riconsiderazione della rete idrica e dei servizi in genere e la ricostruzione subordinata oltre che ai tempi opportuni alla professionalità e scelta culturali anche di necessario ridisegno di una Città particolare e peculiare come L’Aquila subordinata a termini possibilmente contenuti ma mai in discrasia con sicurezza sposata a funzionalità e contemperata dal rispetto della tradizione e dell’estetica che hanno distinto la storia del Capoluogo di Regione.

Però mentre si razionalizzano i riferimenti ut supra,come i capponi di Renzo di manzoniana memoria i politici/notabili nostrani di ogni parte si dedicano al solito sputtanamento reciproco per i soliti meschini e partigiani interessi di bottega, ai “..non ci stò..”,con dimissioni da prima donna e quant’altro noto.

Intanto da Vasto un prelato di turno grida vergogna riferendosi alla politica ma dimentico che lui e sodali dovrebbero dopo aver ingoiato loro la vergogna per gli scandali delle chiese e sacrestie circa le violenze definite furbescamente “abusi sessuali” ed il ritorno in auge dell’allegra finanzia vaticana,dejà vu circa speculazioni e spregiudicatezza per non dire altro, tacere e,visto che ci credono ritirarsi in preghiera togliendoci il disturbo.

I Farisei sotto i riflettori delle telecamere dopo aver spacciato pentimento e perdono, però solo per i sodali,urbi et orbi ed agli altri scagliano contro l’anatema “vergogna” ma dimentichi della loro parabola circa la pagliuzza e la trave nel solito occhio ,quello nostro ed amen more solito .

Nel contesto la solerte Procura di Pescara per mantenere il primato della statistica e non trascurando la carriera replica la sua missione di bonifica della politica fregandosene se a distanza di circa tre anni dalle telegeniche manette alla giunta Del Turco ed i proclami di documenti e prove schiaccianti sventolate sotto i riflettori anche nazionali ,ancora non ha prodotto uno straccio di sentenza neanche di primo grado ma ha salvato la statistica,assicurata la carriera ,la visibilità mediatica mentre Pantalone paga e loro se ne fregano di arrivare celermente alle condanne ( o assoluzioni ) perché paga l’apparire non l’essere per la carriera anche politica,come per l’audience e la vendita dei giornali .

Scandalo della ‘monnezza dejà vu e già chiacchierato dal 2008 per le intercettazioni ed i personaggi che esplode ad orologeria e sempre sotto i riflettori,tanto la giustizia non si riforma e chi sbaglia non paga anzi fa carriera visto che si riparla di elezioni politiche.

Allora assalto al clan Stati detentore di un rilevante pacchetto di voti però alquanto fastidioso per la banda bassotti dei coordinatori berluscones nostrani perché ingovernabile ma fa audience per le toghe e poi vedremo per le sentenze di condanna o assoluzione che non fanno differenza tanto paga solo Pantalone .

Altro che “processo breve” diventato dopo il niet delle toghe rosse e degli idioti sodali una parolaccia,chi paga le tasse e non ha privilegi di casta non ha diritto a sentenze celeri ma deve aspettarsi solo sceneggiate e sputtanamenti dei potenti di turno meglio se interrogati sotto i riflettori delle solite telecamere,possibilmente nei loro cessi o nei loro letti dalle solite TV e dai soliti giornali che leggono le intercettazioni prima degli indagati ed hanno le notifiche degli avvisi di garanzia idem .

Che Italia sarebbe se i processi si celebrassero non come quello falsamente breve ed i dibattimenti come le sentenze non avessero tempi biblici e buoni per i provvedimenti ad orologeria e contro chi non sodale perché le toghe per legge tengono udienza tutti i giorni, timbrano i cartellini e stanno in ufficio e nei rientri pomeridiani come tutti i dipendenti di Pantalone e da esso pagati,scrivono le sentenze ?

Che Italia sarebbe se i magistrati smettessero le deroghe all’O.G. e finalmente residenti ove esercitano il magistero ci facessero grazia a noi e quindi a Pantalone dei costi di benzina,autista,auto blù e trasferte,oppure,se in deroga all’O.G. si pagassero di tasca loro i costi del tragitto da casa all’ufficio come tutti.

Però,se è vero che gli scandali vanno sbattuti in prima pagina e sotto i riflettori perché nessuno indaga e ci dice ad esempio e per semplicità a L’Aquila quanti sono e quanto ci sono costati fino ad oggi e quanto ancora ci costeranno e solo per un loro comodo,le toghe ambulanti e che non hanno gradito di risiedere in Città,a prescindere dal terremoto,ma che scorazzano con autoblù,autista,scorta ecc. ecc. ?.

Invece delle cialtronerie e dei soliti interessi partigiani,dopo i MAP e i progetti CASE della prima emergenza i nostri amministratori potrebbero cominciare a pensassero ad integrare quanto realizzato, nonostante tutto dal Berlusca & C. ( se volete leggete pure “cricca”) ,con piazze, biblioteche, centri sportivi ed ogni altra realtà aggregante ed organica al territorio per dare dimensioni sociali e dignità agli insediamenti attuali per riprodurre una identità di quartiere e di cantone senza che tale identità diventi centrifuga per la cultura Aquilana che non può e non vuole emigrare né fisicamente né idealmente solo perché chi dopo i nuovi insediamenti abitativi determinati dal terremoto avrebbe dovuto gestire non percepisce le potenzialità aggreganti del riferimento piazza ed anche Chiesa se vogliamo possibilmente senza l’ottica strabica della la pagliuzza e la trave di cui abbiamo già riferito, per un Popolo che è stato strappato dalla sua quotidianità mantiene e sente ancora le sue profondi radici e le riproduce attraverso l’organica presenza delel diverse realtà dei rioni cittadini nei nuovi territori .

In difetto dobbiamo accontentarci di “Murata Gigotti” e dei soliti noti che ci propinano una sindaca già in pectore e come ai tempi de “La Provincia c’è” e con una campagna elettorale infinita e finalizzata a sfiancarci .


02 Ottobre 2010

Categoria : Dai Lettori
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