Che spettacolo desolante
L’Aquila – (di Vincenzo Vittorini) Dopo le ultime vicende che hanno fatto ripiombare la nostra Regione, l’Abruzzo, sulle pagine dei giornali italiani, europei e mondiali non per cose belle ma per l’ennesimo schifo, mi vengono in mente alcune considerazioni.
Ma da chi siamo governati? Ma perché questi “Signori” ci chiedono i voti, i nostri voti e scelgono di rappresentarci? E, badate, ”Signori”, di qualsiasi colore, ma uniti da una caratteristica comune: la delinquenza o la stupidità.
E non si dica che la colpa è nella Magistratura politicizzata. La Magistratura ha colpito da una parte e dall’altra scoprendo un malaffare trasversale che viene ereditato ciclicamente ora da una coalizione ed ora dall’altra e che ha come massimo obiettivo il proprio “orticello”, la propria casta, il bene di pochi ed il menefreghismo verso i molti, il popolo, a cui però si chiede il voto per operare per se stessi ed i propri amici ed amici degli amici. Tutto ciò è oggi definito “LA CRICCA”.
E così da vent’anni a questa parte la nostra Regione è sprofondata in un periodo buio dal quale non si riesce ad uscire. Ormai siamo peggio del peggior stato Sud Americano o Africano dove tutto è nelle mani di pochi per il bene di pochi. Ormai siamo preda di cricche e di ominicchi che gestiscono il potere nella maniera peggiore mai vista prima e tutto è allo sfascio più totale: sanità, scuola, lavoro, edilizia, agricoltura….. Ma più di tutto è posta sotto i piedi la Moralità. Ebbene tutti noi abruzzesi dovremmo avere un moto di orgoglio e per una volta, accantonati i nostri personalismi e i nostri orticelli perche anche noi cittadini comuni li abbiamo e per quelli viviamo, dovremmo chiedere a gran voce che questo sistema malsano venga finalmente fermato. Perché se non siamo capaci di produrre una nuova classe dirigente al di sopra di ogni sospetto, trasparente, onesta, e che lavora per il bene degli altri, perché chi sceglie di fare politica lo fa per dedicarsi alla soluzione dei problemi di tutti, allora è veramente la fine. Diciamo stop a questa mala politica. Chiediamo a gran voce una soluzione.
Per me la soluzione potrebbe essere una sola. Cercare altrove, ed io dico in Europa, cioè in una dimensione sovraregionale e sovranazionale, una Personalità onesta, trasparente, capace, che venga posta per un periodo minimo di cinque anni a reggere le sorti della nostra Regione per dare un sterzata e fare le riforme vere di cui noi abbiamo bisogno. Una Personalità Straniera lontana dalle lobby locali e nazionali, lontana dagli interessi locali e nazionali e che sappia ridare slancio alla nostra terra risolvendo le piaghe che la stanno annientando (sanità, scuola, lavoro…).
Chiedo una Personalità Europea perché siamo una delle Regioni che sperpera da un lato o non sa impiegare le risorse in denaro europee dall’altro. Ed allora dovrebbe intervenire l’Europa per porre sulla retta via questa Regione canaglia e farla diventare la Regione più virtuosa d’Europa. Personalità Europea perché purtroppo, qui in Italia e qui in Abruzzo, tutto quello che toccano i nostri politici viene trasformato in oro per loro e in schifo per tutti noi e a discapito di tutti noi. Purtroppo questi “Signori” sono sempre gli stessi e sempre lo saranno se non si interrompe questa spirale maligna.
La stessa cosa per la nostra città. Abbandonata fra mille e mille polemiche giornaliere. Anche per L’Aquila una Personalità Straniera emblema di serietà e di saper fare e che si accolli il nostro gravoso problema, la ricostruzione e lo risolva ricostruendo anzi costruendo una città sicura emblema e simbolo per l’Europa di come anche una città storica può essere resa antisimica li dove è. Tutto ciò sempre sulla stessa lunghezza d’onda della proposta provocatoria di alcuni giorni fa.
Ben vengano le parole sferzanti del Vescovo di Chieti Mons. Forte, oggi però criticate dal Presidente della Regione Abruzzo che invece di cogliervi uno stimolo al cambiamento le ha interpretate come un’interferenza della Chiesa negli affari della Politica.
E’ necessario quindi un cambiamento radicale della maniera di fare Politica prima di arrivare al punto del non ritorno e quindi prima di cadere inesorabilmente nel baratro.
Non c'è ancora nessun commento.