CNA: “Istituzioni più affidabili” – Taffo: “Sconcertante spettacolo dalla Regione”


Pescara – CNA E CONFARTIGIANATO SUL PIEDE DI GUERRA – “Le imprese abruzzesi hanno bisogno di un quadro di riferimento istituzionale certo, che sorregga la fragile ripresa in corso, e permetta di utilizzare quelle poche risorse disponibili – soprattutto i fondi comunitari – che nel quadro di bancarotta finanziaria in cui versa la nostra Regione, diventano gli unici elementi in grado di rilanciare l’economia e di ridare fiato alle piccole imprese, mai come adesso in sofferenza”. Lo afferma il presidente regionale della Cna, Italo Lupo, secondo il quale “di fronte alle parole pronunciate dal presidente della Conferenza episcopale abruzzese e molisana, monsignor Bruno Forte, l’intera comunita’ regionale, piuttosto che concentrarsi su episodi marginali, inutili distinguo, sin qui sconosciuti garantismi e cervellotici teoremi sull’azione della magistratura, dovrebbe riflettere sul degrado in cui la vita pubblica regionale e’ caduta, sul rischio di perdita di coesione sociale. Nessuno, neppure il piu’ ottimista, potra’ mai negare che l’immagine dell’Abruzzo consegnata dalle ultime, devastanti, inchieste giudiziarie nel nostro territorio, fornisca un quadro fortemente compromesso della realta’ regionale”. A detta del presidente regionale della Cna, “l’immane lavoro di ricostruzione post-terremoto dell’Aquila, di risanamento finanziario, di riforma del sistema sanitario, richiede una classe politica al di sopra di ogni sospetto. In grado di dare rapidamente risposte alle aspettative di imprese e famiglie. Non auto-referente, ma capace di ascoltare le istanze del mondo produttivo e delle rappresentanze sociali. Per questo, in un simile momento di difficolta’, la classe dirigente deve dare prova di essere effettivamente tale, superando beghe da cortile, per dedicarsi al rilancio dell’Abruzzo. Prima che sia troppo tardi”.
CONFARTIGIANATO – “Lo sconcertante spettacolo che sta offrendo la politica regionale non deve assolutamente distogliere i nostri amministratori dai problemi reali che affrontano quotidianamente i cittadini abruzzesi”. Angelo Taffo, presidente regionale di Confartigianato con i dati Istat alla mano, chiede al governo regionale ed all’Assessore alle attivita’ produttive, Alfredo Castiglione, “una politica di responsabilita’”. I dati Istat parlano da se’: l’Abruzzo e’ la regione d’Italia piu’ colpita dalla recessione. La flessione del PIL nel 2009 e’ stata del 6,9% rispetto ad una media nazionale del -5% (e del Mezzogiorno del -4,3% ) e la disoccupazione in Abruzzo e’ passata dal 7,6% del secondo trimestre 2009 al 9,4% del secondo trimestre 2010; nel 2007, il Centro studi di Confartigianato ha rilevato che l’Abruzzo ha avuto l’IRAP piu’ alta d’Italia, con un’aliquota media del 5,13%. “Finora poco o niente e’ stato fatto da parte della regione per tentare di risolvere la crisi di liquidita’ che attanaglia le imprese” – afferma Daniele Giangiulli, segretario dell’associazione degli artigiani-. Il pacchetto anticrisi proposto dalla regione e’ stato un vero e proprio fallimento. Confartigianato – aggiunge il segretario – ha piu’ volte suggerito all’assessore Castiglione un provvedimento di consolidamento dei Consorzi Fidi, veri e propri ammortizzatori sociali in momenti di crisi, attingendo dai fondi FESR, ma ad oggi non si vede ancora nulla, l’economia abruzzese e’ al tracollo e le attivita’ continuano a chiudere”. Per il segretario: “E’ indispensabile concentrarsi su provvedimenti concreti che siano di reale sostegno alle imprese artigiane: sbloccare, ad esempio, subito i fondi FAS o affidare la ricostruzione nel territorio aquilano riservando una quota di appalti alle imprese locali”. “L’Aquila e’ la provincia che piu’ di tutte sta vivendo una fase a dir poco drammatica – conclude il presidente Taffo -. Il governo regionale dovrebbe fare al piu’ presto un censimento sulle capacita’ reddituali degli aquilani, poiche’ migliaia di essi, dal giorno del sisma, sono senza lavoro e prima o poi questo problema verra’ a galla e si dovra’ affrontare con strumenti adeguati. E’ inutile ricostruire le case se poi, per lavorare, la gente e’ costretta ad andar via”.


01 Ottobre 2010

Categoria : Economia
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