“Noi vessati”, lettera aperta al Prefetto


L’Aquila - (La manifestazione del 21 settembre all’Emiciclo) - Pubblichiamo la lettera aperta inviata da l’Assemblea cittadina all’attenzione del Prefetto: “Ill. mo Sig. Prefetto, noi aquilani che democraticamente ci riconosciamo nelle assemblee unitarie tenute da iscritti a comitati, associazioni onlus, associazioni culturali o in qualità di semplici cittadini, le indirizziamo la richiesta di cessazione definitiva delle continue vessazioni istituzionali di ogni tipo tentate nei nostri confronti. A cominciare da quelle della Questura, il cui compito primario è di assicurare democraticamente, ripetiamo “democraticamente”, il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Come ben sappiamo, la Questura fa parte integrante del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, al cui apice amministrativo è posto il Ministero degli Interni.
Ebbene, in relazione agli spiacevoli episodi antidemocratici avvenuti a L’Aquila nei giorni 21 e 22 , nei pressi della sede istituzionale del Consiglio Regionale alla Villa Comunale, ci permettiamo di porle un paio di quesiti:
1) Chi (persona e/o ufficio) aveva deciso d’impedire il nostro accesso alla Sala Consiliare dove si sarebbe dovuto discutere dei problemi riguardanti la ricostruzione post-sisma della nostra città distrutta? Il cancello d’ingresso era stato chiuso con un lucchetto, nonché presidiato da forze di Polizia.
Il sale della vita democratica, ripristinata nell’immediato dopoguerra dai Padri costituenti, presuppone l’attiva partecipazione dei cittadini alle assemblee elettive (Parlamento, Consigli Regionali, Provinciali e Comunali, in particolare), partecipazione valorizzata negli anni più recenti con il cosiddetto “principio di sussidiarietà” (art. 118 della Costituzione, sostituito dalla legge costituzionale n. 3 del 2001 e dalla legge 1 giugno 2003 n. 131). Questo principio, per noi sacro e inviolabile, costituisce il principale leitmotiv del nostro impegno quotidiano nella difesa dei diritti primari di libertà di cui è titolare ogni singolo cittadino. E riteniamo pertanto oltremodo provocatorio, se non colpevole, la posizione dell’assise consiliare di “trincerarsi” all’interno di sedi con inadeguata capienza.
L’impedimento da parte della Questura dell’Aquila dell’esercizio del diritto richiamato più sopra costituisce pertanto una palese violazione di legge, benché formalmente prospettata con motivazioni facenti capo a questioni di sicurezza derivanti dall’esiguo numero di posti disponibili nella sala consiliare dell’Emiciclo. Né a nulla sono valsi i nostri tentativi di mediazione intervenuti con un Vs. funzionario di Polizia per far aprire il cancello. Tant’è ch’è stata la decisiva spinta dei manifestanti a supplire alle carenze ed agli abusi dell’Autorità costituita.
Come Lei ben sa (così ci auguriamo) la nostra condizione strettamente legata agli ingiustificabili ritardi con cui non sono stati finora affrontati i complessi problemi della ricostruzione post-sisma, ci rende lucidi testimoni in qualità di cittadini-terremotati la cui aspirazione massima, pensi un po’, è quella di essere coinvolti in prima persona (così come è già avvenuto per i terremoti friulani, umbri e marchigiani) nelle scelte strategiche che stanno ridisegnando il futuro della loro “fu” città.
Per inciso va detto che il mantenimento dell’ordine, in casi analoghi, è stato sempre assicurato non già dalle forze di Polizia, ma dai Commessi delle stesse assisi assembleari.
Le ricordiamo inoltre che gli oltre duecento cittadini pacificamente affluiti nella Sala Consiliare, non avevano poi creato nessun problema né alle forze dell’ordine, né tanto meno ai Consiglieri regionali, alcuni dei quali sia di maggioranza (come il vice-presidente Giorgio De Matteis che aveva inopinatamente sospeso la seduta o la consigliera Daniela Stati, ex assessore alla Protezione Civile e all’Ambiente), che di minoranza (Costantini, Acerbo e altri, i quali stileranno poi un ordine del giorno di solidarietà nei nostri confronti) hanno intavolato con noi dibattito e discussione, vivaci sì, ma assolutamente pacifici e democratici.
Anche se i nostri animi erano un po’ accesi, e non poteva essere altrimenti dopo la lettura della recente, pasticciata ordinanza con cui è stato nominato un altro vice-commissario – moralmente indegno per le note vicende della Perdonanza aquilana e professionalmente in palese conflitto d’interesse dati i suoi molteplici coinvolgimenti imprenditoriali nei settori del turismo e dello sport di lusso nella parte nord della città – tutto si è svolto all’insegna di un confronto dialettico teso quanto si voglia, ma non per questo violento o degenerato. Ne sono prova sia il più pacato confronto intercorso con il Sindaco Cialente, nel frattempo intervenuto, sia il fatto che nessuno di noi aveva travalicato lo spazio riservato al pubblico. Detto in altre parole, avevamo ingenuamente ritenuto possibile che i Consiglieri di maggioranza sarebbero restati al loro posto, per discutere insieme a quelli di opposizione sulle problematiche connesse alla ricostruzione, portandoci in tal modo a conoscenza  delle iniziative legislative e delle risorse finanziarie  messe in campo dalla nostra Regione. Così non è stato, non certo per nostra responsabilità. Ci preme comunque rilevare che le continue, quanto irresponsabili esternazioni del suo predecessore Gabrielli (ad esempio l’offensiva equazione “Il Popolo delle Carriole = 4 cialtroni o quella di alcuni giorni fa in cui ha testualmente affermato: “Ho sempre detto che le contestazioni violente non attengono ad una normale e corretta dialettica democratica”) sono provocatorie e inopportune. Di quale violenza parla il Prefetto Gabrielli? Forse di quella di un Governo che per bocca del suo Presidente ha falsamente affermato al giornale francese Le Figaro che “ En un temps record, nous avons recostruit une ville entière pour ceux qui avaint perdu leur maison. Nous avons aussi reconstruit toutes les écoles détruites”. Gradiremmo che Lei, che ha il polso della reale, tragica situazione della nostra pompeiana città, smentisse con un apposito comunicato stampa queste balsane affermazioni.
2) Per quali cervellotiche ragioni e da parte di chi, il giorno successivo in cui doveva riprendere la discussione sulla ricostruzione-post sisma, era stato dato l’ordine di presidiare gli edifici dell’Emiciclo (e strade attigue) da oltre cento poliziotti in tenuta antisommossa fatti appositamente venire dalle Marche, dal Lazio e da altre località? Nella nostra città già “bombardata “, sconquassata dal terremoto, stabilmente presidiata da pattuglie militari, sembra di essere in guerra. L’ulteriore scenografia fatta di una sterminata fila di poliziotti schierati contro pacifici cittadini desiderosi solo di gestire in prima persona il loro sfortunato destino, non fa altro che inasprire la situazione e rafforzare la sensazione di una logica esclusiva e di sopruso. E tutto ciò mentre i Consiglieri regionali disertavano ancora una volta gli scranni (o meglio, poltrone ben remunerate con i nostri euro) ed il tam tam dei mass-media annunciava il concomitante arresto dell’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni per corruzione ed altri reati, nonché l’apertura di una nuova indagine giudiziaria per l’assessore Daniela Stati (questa volta per favoreggiamento) e di una altra decina di loschi figuri pronti e disponibili a corrompere e farsi corrompere. Questa è la cornice marcia in cui va inquadrata la nostra disgrazia di vivere in una Regione in cui la gran parte della sua classe politica appare corrotta.
Di fronte a tale sconcertante, ma anche grottesca situazione (oltre cento poliziotti stavano presidiando edifici vuoti), noi cittadini aquilani, con lo stesso spirito coriaceo che sempre ci ha contraddistinto, tenevamo un’assemblea straordinaria all’aperto davanti a quei cancelli chiusi punteggiati da una marea di divise bluastre con tanto di caschi, scudi e manganelli. In tale occasione avevamo deliberato di scriverLe questa lettera aperta.
Ponendole inoltre due sub-domande.
a) Quant’è costata all’erario la trasferta ad Aquila di quei poliziotti e chi risponderà dello spreco di denaro pubblico in un settore essenziale per la sopravvivenza della democrazia italiana, settore strangolato finanziariamente e funzionalmente dai recenti tagli governativi di bilancio? Non sappiamo se la Corte dei Conti abbia potestà autonoma, di controllo, in materia. Non ci interessa più di tanto. Certo è, invece, che comunque segnaleremo al Suo Presidente ed al Procuratore generale l’avvenuto spreco.
b) A che punto è l’inchiesta interna preannunciata dal Ministro Maroni per i “fattacci” verificatisi a Roma il 7 luglio scorso, dolorosa giornata per noi 5 mila aquilani immotivatamente manganellati solo perché stavamo reclamando alcuni nostri diritti? Tutta la nostra solidarietà va espressa ai cittadini feriti, a quelli “ammaccati” ed ai tre manifestanti denunciati all’Autorità Giudiziaria.
Lo sconcerto da parte nostra di quanto avvenuto nei giorni 21 e 22 settembre, è ulteriormente cresciuto ieri, 28 settembre, avendo verificato ex post l’effettiva possibilità di coniugare le esigenze delle sedute consiliari con la nostra legittima richiesta di partecipazione, al contrario di quanto non si sia tentato di dimostrare nelle altre due occasioni. Perché il Consiglio Regionale non ha ipotizzato soluzioni logistiche pertinenti se non dopo le vicende sgradevoli e inopportune delle convocazioni del 21 e 22 u.s.? E perché, pur conoscendo (o almeno così ci sembra lecito supporre) tanto l’interesse della cittadinanza a partecipare quanto il dovere da parte delle Istituzioni di creare le condizioni perché ciò avvenga non si adotta la semplice decisione di svolgere i Consigli in sedi con adeguata capienza (e per questo basterebbe considerare ad esempio la sede regionale presso il Palazzo Combit dotato di auditorium con una disponibilità di posti e spazi senz’altro più consona)?
Infine, per Sua conoscenza (forse superflua in quanto nelle nostre assemblee c’è la costante presenza di funzionari della Digos) La informiamo che le complesse problematiche della ricostruzione post-sisma, Le affrontiamo “donando” il nostro contributo ideativo e professionale negli specifici tavoli di lavoro costituiti da esperti nei vari settori di volta in volta coinvolti.
Tra i più recenti “prodotti democratici” elaborati con la nostra attiva e appassionata partecipazione, dal basso (ci preme sottolinearlo ulteriormente), La invitiamo a scaricarsi dal nostro sito di riferimento www.anno1.org il “Regolamento per l’informazione e la trasparenza”, fatto proprio dal Consiglio Comunale dell’Aquila e il “Regolamento per l’informazione della Partecipazione” presentato al Comune, per la successiva adozione, il 29 luglio u. s.
Inoltre, sempre sullo stesso sito, può inoltre consultare lo schema della legge d’iniziativa popolare in corso di elaborazione, da noi steso per contrastare la farraginosa gestione post-sismica impostata su “autoritarie e dirigistiche” ordinanze, con norme legislative che fissino una volta per tutte i razionali percorsi da seguire nella ricostruzione nonché lo stanziamento in bilancio di risorse finanziarie certe, e non solo occasionali, ballerine o propagandistiche.
Tutto ciò premesso e come già si è accennato, sarebbe opportuno che il Consiglio Regionale decida in maniera definitiva di discutere dell’inestricabile groviglio delle nostre gravissime condizioni di vita materiale, civile e culturale adottando a livello istituzionale le più pertinenti soluzioni logistiche che ci consentano di partecipare serenamente ai futuri lavori assembleari”.


01 Ottobre 2010

Categoria : Cronaca
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