Ospedale di sabbia: da chi “ordini mafiosi”?
L’Aquila – Come rivelammo a suo tempo, con un atto di coraggio da prendere come esempio ai tanti che sanno e che non parlano, il muratore in pensione, che ha lavorato alla costruzione dell’Ospedale dell’Aquila, è stato rintracciato dalla Rai, alla quale ha confermato ciò che aveva rivelato tempo fa:  e cioè che l’impasto del cemento armato, durante la costruzione di alcune parti dell’ospedale, dal suo punto di vista “non era normale”. Ha commentato: “Era acqua che correva sui canali” . L’impasto, cioè, conteneva percentiali di acqua troppo elevate, tali da renderlo poco solido nel tempo. Da aquilano aveva denunciato la cosa ad un sindacato che dopo alcuni giorni attraverso un suo rappresentante avrebbe invitato tutti a lavorare con l’acqua in bocca “perchè c’era di mezzo la mafia”. Questa testimonianza si aggiunge alle responsabilità di chi doveva, ai giorni nostri, accatastare l’immobile e dichiarare la sua sicurezza per la finalità per la quale i cittadini lo frequantavano. Dov’erano i direttori dei lavori? Chi chiudeva un occhio o tutti e due? Il particolare, che a suo tempo ha suscitato molta impressione, sarà vagliato in questi giorni anche dalla magistratura inquirente. Il link per vedere l’intervista:  http://www.youtube.com/watch?v=W443_TbRTp8&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Eprimadanoi%2Eit%2Fmodules%2Fbdnews%2Farticle%2Ephp%3Fstoryid%3D20814&feature=player_embedded
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