Sta bene Rocco sta bene tutta la rocca…


Ofena – Scrive Dino Rossi (Cospa Abruzzo): “In occasione della manifestazione contro la nascita del neoparco regionale dei monti Ausoni che si tenuta ieri in Monte San Biagio in provincia di Latina, indetta dagli agricoltori locali alla quale è stata invitata codesta associazione, si ritenuto stilare un documento riguardante tutti i disagi che i parchi in generale hanno causato in tutto il territorio nazionale. Nel corso della manifestazione non si sono visti ne la Polverini e neanche l’attuale vice sindaco del Comune di monte San Biagio il sig. Carnevale Federico, il cui nome è tutto un programma, pur avendo avuto i consensi dai comitati “NO PARCO”.
Della Polverini non si è visto nemmeno un granello di sabbia, il sig. Carnevale ha preferito disertare la piazza, quella stessa piazza dove sotto campagna elettorale ha raccolto consensi, perché adesso preferisce raccogliere lo stipendio, visto che è stato nominato commissario del Parco in questione.
E come diceva mio Nonno: sta ben Rocco, sta bene tutta la Rocca!!!! In questo caso però, Pantalone paga Carnevale.
Innanzitutto c’è da premettere che quando sono nati i parchi gli agricoltori, come sempre, non sono stati informati di quello che queste aree rappresentavano per loro.
Gli abitanti del luogo si sono ritrovati con i terreni di loro proprietà vincolati da regolamenti calati sul territorio da personaggi ignoranti in materia atti a tutelare la flora e la fauna, in barba a chi lo aveva fatto in precedenza senza legge alcuna.
Lo dimostra il fatto che oggi invece di avere il territorio che questi personaggi avevano progettato sulla carta, è risultato l’esatto contrario.
I boschi sono completamente abbandonati per la mancanza di attività legate all’ambito agricolo, pastorale e del taglio delle piante per uso civico, per non parlare degli animali selvatici. I lupi sono si sono incrociati con i cani rinselvatichiti, i cinghiali si sono accoppiati con i maiali e la mancanza di gestione ha portato ad avere degli animali ibridi, facendo diventare le aree protette un vero serbatoio di animali strani. Comunque, per la tutela della fauna protetta i parchi attingono continuamente fondi dalla comunità europea, ma fino ad oggi non ha prodotto nulla, i cani-lupo sono sempre più numerosi e gli allevamenti domestici sono diventati il loro banchetto preferito, i cinghiali-maiali con il loro proliferare a dismisura stanno mettendo a rischio i pochi orsi rimasti, perché sono antagonisti alimentare. Spesso gli orsi per fame vanno a fare colazione con quei pochi cittadini rimasti nelle arre protette come testimonia la stampa locale.
Le colture che un tempo venivano coltivate in aree protette come ad esempio lenticchie, cicerchie, ceci, grano ecc. ,ora non vengono più messe a dimora, in quanto sono diventate il pasto di alcuni animali non presenti prima dell’istituzione dei Parchi. In compenso erano presenti però una grande quantità di fauna selvatica minore come starne,coturnici, lepri, tassi ecc.
Qualcuno ci deve spiegare come mai tutti gli anni gli ATC, Ambiti Territoriali di Caccia, sono costretti ad acquistare la fauna minore dai paesi dell’Est, con l’aggravio di inserire sul territorio dei nuovi virus nocivi per la selvaggina del posto.
Con una gestione corretta di queste aree protette si sarebbe potuto creare un vero e proprio serbatoio di selvaggina pronta ad essere catturata per poterla rivendere agli ATC.
In questo modo i Parchi avrebbero avuto degli introiti e nel contempo avrebbero protetto il patrimonio faunistico locale.
L’abbandono dell’agricoltura di montagna è dovuto soprattutto alla poca attenzione prestata in passato e presente dalle istituzioni.
Non si è mai pensato di sovvenzionare i contadini del luogo e nè tanto meno di coinvolgerli in un progetto finalizzato alla produzione ed alla commercializzazione dei prodotti; per non parlare della pastorizia in quanto mano a mano che passano gli anni gli animali in montagna sono sempre di meno, il manto erboso è sempre più incontrollato, tanto da dare luogo ad incendi che difficilmente possono essere domati dall’uomo, nonostante i mezzi messi a disposizione dalla Protezione Civile.
L’Abruzzo vantava di essere la Regione verde d’Europa ma è diventata la Regione nera d’Europa a causa degli incendi sviluppatosi per mano dell’uomo di oggi allo scopo di avere un riscontro economico nello spegnimento.
È inutile negarlo in quanto la cosa è sotto gli occhi di tutti: i Parchi sono stati istituiti per ragioni politiche, con lo scopo di farli diventare bacini di voti, vuoi per la campagna pubblicitaria nei confronti di quei cittadini rinchiusi in quelle scatole di cemento delle grandi metropoli, vuoi per il giro di soldi che arrivano dalla Ue per progetti affidati agli amici degli amici, risultati inutili e dannosi per l’ambiente e per quelle persone che hanno sempre vissuto a contatto con la natura.
A nostro avviso i Parchi o dovranno essere chiusi o deve essere cambiato il modo in cui viene gestito attualmente, visto che assorbe una grande quantità fondi che potrebbero essere destinati all’agricoltura di montagna.
In questo modo si potrebbero ottenere molte cose: i luoghi abbandonati tornerebbero ad essere quelli di un tempo, gli animali nocivi verrebbero abbattuti con l’ausilio dei cacciatori in modo da poter ripristinare il pezzo mancante della catena alimentare, così i cittadini avrebbero un prodotto del luogo e non ci sarà più bisogno dei mezzi antincendio.
Agli animalisti e ambientalisti sulla carta, per farli contenti gli daremo una degna collocazione: i primi per vivere potremmo mandarli a pascolare le pecore, mentre ai secondi potremmo dare in gestione il territorio e se saranno bravi vivranno.
Noi fino ad oggi siamo riusciti a vivere con quello che la terra ci ha dato, quindi ai politici agli animalisti ambientalisti ecc.. diciamo a gran voce provateci voi se siete capaci!!!”.


27 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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