Ripuliamo il mondo


(di Carlo Di Stanislao) – Hanno risposto in 700mila in tutta Italia alla mobilitazione promossa da Legambiente per ripulire gli spazi pubblici dai rifiuti abbandonati. “Puliamo il Mondo”, edizione italiana di “Clean Up The World” è andato in scena da venerdì a oggi, consentendo di rimuovere rifiuti di ogni genere dalle 4.500 località in cui i volontari sono intervenuti per ripulire strade, piazze, parchi e sponde dei fiumi. 1.700 i comuni coinvolti, dove sono stati raccolti rottami di ogni tipo, elettrodomestici, cartelli stradali, batterie esauste, materassi e mobili e tanta, tantissima plastica. Fra i tanti encomi una polemica fra Legambiente ed AMA di Roma. All’origine di un incidente diplomatico tra il Comune di Roma e la più grande associazione ambientalista italiana, nato da un errore in un dossier uscito sabato dai cassetti dell’Azienda municipale ambientale , secondo il quale l’associazione di viale Regina Margherita 257, cioè Legambiente Lazio risulta tra le “sedi non iscritte” per la Ta.Ri. “Come sarebbe che non risultiamo iscritti? Soltanto a luglio abbiamo sborsato più di mille e 400 euro per il primo semestre”, ha specificato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, che oggi in mattinata ha incontrato il sindaco Alemanno durante uno degli appuntamenti della campagna “Puliamo il mondo» (a Roma e nel Lazio 200 mila tonnellate di rifiuti raccolti da 15 mila privati). -Il primo cittadino, che si era fatto fotografare in maglietta e ramazza Legambiente, si è detto dispiaciuto “che sia avvenuto un equivoco del genere». Ed ha aggiunto: “Chi deve pagare paghi, ma non si deve assolutamente sporcare la reputazione di chi ha i conti a posto”. “Ringraziamo il sindaco: apprezziamo che abbia subito chiarito che si tratta di un errore. Ma è assurdo che questo dossier a orologeria spunti proprio mentre i cittadini si stanno rimboccando le maniche con Puliamo il Mondo – insiste Parlati -: evidentemente questo è il trattamento che Ama riserva ai romani che fanno quello che lei non fa, oltre ad un attivismo mai visto come in questi giorni dell’anno arrivando anche a ripulire appena prima dei volontari le aree segnalate”. Legambiente si dice anche dispiaciuta che «un autorevole quotidiano pubblichi certa robaccia”. A Torino, Camion di rifiuti pieni a Torino, presso il campo rom di Lungo Stura Lazio, le pulizie dell’area hanno coinvolto cittadini e abitanti del campo e si sono svolte all’insegna dell’integrazione e della cordialità. Anche il sindaco Chiamparino non ha voluto far mancare il proprio supporto all’iniziativa, presentandosi in jeans ed occhiali da sole, in visita al campo. A Busto Arsizio la giornata è stata dedicata ad Angelo Vassallo, caduto nello svolgimento del proprio lavoro di sindaco e sono state ripulite la Cascina Burattana, nel rione di Borsano e le aree limitrofe. Ad Eia, lungo il fiume Taro, mentre si ripulivano i residui di una fabbrica di legname degli anni ’70, scoperta una discarica abusiva di resti di automobile, lungo i fossi, verso la località Otto Mulini. In Abruzzo hanno aderito alla iniziativa i comuni di Chieti, Fossacesia, Guardiagrele, Miglianico, Roccamontepiano, San Buono, Treglio, Torrevecchia Teatina (Ch); Acciano, Luco dei Marsi, Magliano dei Marsi, Pescasseroli, Pescina, Pettorano sul Gizio, Sante Marie e Scurcola Marsicana (Aq); Abbateggio, Farindola, Nocciano, Penne, Torre de’ Passeri (Pe); Alba Adriatica, Campli, Roseto degli Abruzzi, Sant’Egidio alla Vibrata, Sant’Omero e Torano Nuovo e i circoli di Francavilla al mare, di Pretoro, di Scerni, di Scafa, di Giulianova, delle Terre del Cerrano, il circolo regionale di Pescara e i circoli di Atessa, di Lanciano e di Martinsicuro insieme ai rispettivi Comuni. Aderiranno anche la società Ortona Ambiente (Ch) e il comitato Fiume Foro di Villamagna (Ch). L’iniziativa di punta si svolta oggi, domenica 26 settembre a Silvi marina: dalle 9 quattro squadre di volontari coordinate dal Circolo Terre del Cerrano e il circolo regionale di Legambiente hanno puilito e riqualificato la scalinata che va da S. Stefano (vicino la chiesa) al mare, con operazioni di falegnameria, pittura e giardinaggio. Infine, sempre oggi, alle 9,30, nella speciale diretta di “Ambiente Italia”, con un collegamento da Villa Sant’Angelo (Aq), si è fatto il punto sulla situazione sulla difficile vicenda delle macerie che coinvolge la provincia Aquilana. Metafora di una condizione regionale per lo meno complessa, anche alla luce di quanto emerge ogni giorno nella vicenda che ha per protagonisti gli ex assessori Venturoni e Stati e vede fra gli indagati anche altri uominmio politici (Tancredi e Di Stefano) ed imprenditori (Di Zio), con un potenziale giro d’affari di 10.000 milioni. A quanto sino ad ora ricostruito, gli indagati, a cui vanno aggiunti,. come detto, i senatori PdL Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, stavano progettando un inceneritore in Abruzzo, affidandone la costruzione alla ditta De.co di Di Zio, che avrebbe, però, su indicazione dei due sentori, versato circa una decina di migliaia di euro a favore dei candidati a sindaco, nelle elezioni del 2006, di Pescara e Teramo, per favorire la propria posizione. Nell’accordo era previsto anche che la De.co, proprietaria dei locali della sede della Regione Abruzzo del Pdl, non avrebbe riscosso, per alcuni anni, l’affitto del terreno. Davvero cifre risibili e di nessun conto, se dietro a queste non si ipotizzassero ben altre più ricche e complesse operazioni. Il 24 scorso, Daniela Stati ha chiesto di conferire con i pm per chiarire la sua posizione su quanto trascritto nelle intercettazioni ed avrebbe detto, riferendosi all’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni e ad alcuni referenti politici tra i quali il senatore Pdl, Fabrizio Di Stefano, che erano “dei delinquenti”. In due ore e mezzo Daniela Stati, accusata di favoreggiamento nell’inchiesta sui rifiuti, ha chiarito la sua posizione riguardo all’accusa contestata, rendendo anche varie dichiarazioni ritenute molto interessanti al pool di magistrati, formato dal procuratore capo, Nicola Trifuoggi, e dai sostituti Gennaro Varone e Annarita Mantini. Intanto Chiodi si tira fuori da tanto pattume dichiarando “non sono indagato”. E, aggiunge: “Lo ribadisco ancora una volta, io ero solo a conoscenza delle pressioni che l’assessore Stati aveva da esponenti politici del territorio. In merito alla posizione del Presidente del Consorzio rifiuti di Lanciano, io ho sempre detto alla Stati che ero favorevole al commissariamento solo se esistevano le condizioni di legge e, quindi, di andare avanti nell’assoluta legalità visto che lo stesso Presidente del Consorzio, il cui mandato era scaduto da molto tempo, non convocava da tempo l’assemblea dei soci perchè, probabilmente, temeva di non essere confermato nella carica. Nulla di più”. Occorrerà fare davvero e rapidamente chiarezza se non vogliamo, una volta di più, dare un’impressione vergognosa all’Italia intera, mentre ci occorrono sostegno e considerazione da parete di tutti per la situazione economica, il terremoto, la crisi sanitaria con necessità di uscire in tempi rapidi dal commissariamento. Speriamo che sia la giustizia a fare luce e la società civile a fare pulizia e, soprattutto, speriamo dio non dover ancora credere che le cose, per cambiare, abbiano bisogno d’interventi divini.


26 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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