Iezzi a Chiodi e Castiglione
Sulmona – Franco Iezzi, direttore del Consorzio nucleo industriale, scrive:”Con una nota inviata al Presidente Chiodi e all’Assessore Castiglione, Confindustria Abruzzo inoltra “una ferma richiesta” di commissariamento dei Consorzi Industriali, con conseguente loro liquidazione. Tale richiesta segue una premessa dai contenuti decisamente antitetici, in quanto Confindustria testimonia i meriti dei vari enti strumentali e di pianificazione territoriale (leggasi Consorzi industriali), riconoscendo che “attualmente” svolgono importanti funzioni di programmazione e gestione economica. Ravvisa altresì la necessità di riorganizzare il sistema dei Consorzi industriali (che in tutta onestà e con determinazione reclamano i Consorzi stessi) nella direzione di un adeguamento del ruolo alle nuove esigenze di sviluppo.
Quindi, con buona pace sia dell’esplicito e inequivocabile riconoscimento all’attività dei Consorzi di cui alla lusinghiera premessa sia della prospettata riforma, si fa promotrice presso i competenti Organi regionali della liquidazione dei Consorzi stessi, come panacea a tutti i mali dell’industria abruzzese che, oltre che con i recenti eventi calamitosi, pare debba fare i conti con i Consorzi industriali.
Confindustria pone dunque un obiettivo preciso ma non propone un’alternativa valida; anzi, non propone alternative. La sua è una soluzione senza se e senza ma: senza porsi l’interrogativo se possa essere rimosso qualche ostacolo ad un più efficace intervento dei Consorzi industriali; senza considerare se c’è qualcosa da modificare, migliorare, ammodernare, rivalutare, riqualificare; senza valutare che le attribuzioni dei Consorzi potrebbero essere (con legge regionale) differenziate e specializzate, in linea con le più attuali esigenze di sviluppo; senza effettuare una stima su quanto è stato prodotto in 40 anni in termini di infrastrutture, insediamenti, occupazione; senza considerare che i Consorzi industriali potrebbero diventare qualcos’altro (Agenzie per l’animazione dello sviluppo, Organismi intermedi nell’attuale programmazione comunitaria ecc.), potendo contare su figure professionali di consolidata esperienza; senza considerare che gli ambiti operativi dei Consorzi industriali coincidono con quelli definiti dal Q.R.R.; senza porsi il problema di chi li sostituirà, di chi dovrà farsi carico della gestione del territorio di riferimento e dei servizi che essi effettuano per mezzo dei propri addetti, di come potrà avvenire la liquidazione di un patrimonio di considerevole valore (perché la liquidazione non può significare solo chiusura degli Enti).
La eliminazione di qualcosa che esiste, senza un progetto alternativo, non è mai una soluzione per alcun problema. Vorrà farsi la stessa Confindustria promotrice di un nuovo soggetto preposto alla promozione dello sviluppo? Sarebbe anche auspicabile una partecipazione attiva dell’Associazione; ma non risulta che abbiano sgomitato i suoi rappresentanti allorquando, nel non tanto remoto 1994, la riforma dei Consorzi prospettata con la già citata L.R. 54/94 consentiva anche alle Associazioni di categoria l’ingresso nella compagine dei Consorzi e, dunque, nei loro Organi decisionali. Chi meglio di Confindustria avrebbe potuto rappresentare dall’interno di un Ente di promozione industriale le istanze del mondo imprenditoriale e “orientare” le programmazioni future?
Ora, invece, si sente in dovere (e in diritto) di avanzare, con sconcertante disinvoltura, un’altrettanto sconcertante “una ferma richiesta” non solo di commissariamento di un Ente pubblico, ma di “precise e inderogabili indicazioni “ per la liquidazione conseguente, sentendosi legittimato a impartire “direttive” agli Organi Istituzionali regionali. In un momento di congiuntura senza precedenti, cui evidentemente concorrono troppe cause, e che investe tanto il settore produttivo quanto quello dei servizi che del terziario, è bene riflettere su quali possano essere i rimedi possibili, aderenti alle nuove realtà ed esigenze che vanno configurandosi, ricercandoli in modo costruttivo e con il concorso di tutte le forze in campo, tralasciando ogni semplicistica e provocatoria attribuzione di responsabilità e ogni incongrua soluzione conseguente”.
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