Forestale sequestra 200 capi di pelle
Montesilvano – Animali protetti, si perde… il pelo ma non il vizio di utilizzarne la pelle o la pelliccia per esibire capi e griffe esotiche: oggi c’è stato un sequestro di almeno 200 di questi oggetti vietati. E’ infatti ancora molto diffuso anche da noi l’uso di accessori di lusso in pelle di pitone (nella foto un “pitone delle rocce”) coccodrillo ed altri animali esotici in via di estinzione. Un fenomeno questo che alimenta non solo il commercio legale di pelli di rettili ma purtroppo anche il traffico illegale di pelli appartenenti a specie protette destinate all’industria della moda. Il Sud-est Asiatico e l’Africa sono le grandi aree di provenienza del pellame destinato alla lavorazione e la componente illegale del volume totale del commercio di pelli va dai 5 e gli 8 miliardi di dollari.
Sulla base di tali informazioni gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, ufficio controllo dell’applicazione della Convenzione di Washington sul commercio di specie di flora e fauna minacciate di estinzione, al termine di una lunga attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lanciano , hanno proceduto alla perquisizione di un immobile in Comune di Montesilvano che ha portato ad individuare un canale illegale di importazione e commercializzazione di accessori realizzati con pelle di pitone delle rocce (Python sebae) e di varano del Nilo (Varanus niloticus) che vede coinvolti al momento due cittadini nordafricani denunciati all’A.G. per importazione e commercio illegale di derivati di specie protette.
Gli accessori sequestrati venivano confezionati in Africa e, per evitare i controlli che il Corpo Forestale dello Stato, unica struttura statale preposta per l’Italia, effettua in tutte le dogane italiane, dapprima importati in Francia e solo successivamente immessi sul mercato italiano sfruttando i minori controlli derivanti dalla libera circolazione all’interno dell’Unione Europea. Tra gli accessori sequestrati borse, portafogli, ed addirittura pelli intere conciate della lunghezza anche di 3 metri per un totale di circa 200 capi.
Al vaglio degli inquirenti anche diversi documenti contabili in bianco rilasciati da aziende francesi, nonché certificati CITES rilasciati dalla Repubblica Francese intestati a terze persone che permettevano di ingannare il consumatore circa la legittima importazione e detenzione. Nel corso della perquisizione è stato individuato anche un altro cittadino Nordafricano, già arrestato meno di tre mesi fa dagli stessi operanti, che, su disposizione della Procura della Repubblica, è stato nuovamente arrestato per immigrazione clandestina e condotto presso la Casa Circondariale di Pescara.
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