Prima e dopo il terremoto di Palmerini


Stoccolma (Svezia) – (di Iacopo Vanicelli, mensile Il Lavoratore) – L’Aquila ha 99 piazze, 99 chiese, 99 fontane. Non una in più, non una in meno. Un’entità compiuta, armonica e ordinata creata da un popolo orgoglioso e tenace. Poi la notte del 6 aprile di un anno fa la terra trema, i morti, le case distrutte. Il caos nell’armonia. In seguito il buco nero di una ricostruzione ignorante e violenta, gli anziani costretti a vivere in alberghi, i giovani costretti ad incontrarsi non più in piazza ma in luoghi moderni ma già fatiscenti, luoghi senz’anima, new cities che hanno molto da invidiare alla old city.
Uno strazio che segna la vita di molti ma che non riesce a cancellare l’orgoglio di una cittadinanza antica e tenace, anzi. “L’Aquila nel mondo”, un libro di Goffredo Palmerini (nella foto) scrittore, giornalista e studioso aquilano, edito da One Group Edizioni, è una raccolta di articoli dell’autore provenienti da giornali e siti internet italiani ed esteri che si riferiscono al periodo che va da maggio 2008 a dicembre 2009. Basta scorgere l’indice per avvertire da subito uno spartiacque, una cesura.
Così le biografie di abruzzesi illustri e i report sulle opere dell’associazionismo abruzzese nel mondo lasciano bruscamente il campo a corrispondenze sulla tragedia, le visite di politici e religiosi, la voglia di ricostruire. Ma la vera particolarità del volume risiede proprio nel suo respiro internazionale, nel continuo rimando alle comunità all’estero come se L’Aquila fosse il cuore pulsante e lacerato di tante comunità distanti migliaia di chilometri.
“L’Aquila nel mondo” di Palmerini ha un forte valore di testimonianza. E’ una raccolta che serve a noi per capire e ai nostri figli per non dimenticare, non tanto la tragedia, quanto il coraggio di una popolazione che ricostruisce, che combatte e che non molla. Goffredo Palmerini, curatore della raccolta, è lui stesso un aquilano Doc.
Impegnato da più di trent’anni nella vita culturale e politica della sua città, oltre che attivissimo tra le comunità abruzzesi all’estero, ha ottenuto, nel 2007, il Premio Internazionale Emigrazione e ha pubblicato “Oltre confine” e “Abruzzo Gran Riserva”, rispettivamente nel 2007 e nel 2008, tutti e due per le Edizioni Libreria Colacchi.
Parte del ricavato dalla vendita del volume verrà devoluta al restauro delle pellicole danneggiate dal sisma della prestigiosa Cineteca dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila. Perché L’Aquila deve e vuole essere ricostruita, non abbandonata. Perché L’Aquila è antica e bellissima e ha 99 piazze, chiese e fontane. Le ha oggi, a poco più di un anno di distanza dal sisma, e le avrà sempre. Non una in più, non una in meno.


24 Settembre 2010

Categoria : Cultura
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