Corruzione, arrestati Venturoni e Di Zio – 12 gli indagati, tra i quali due senatori
Pescara – COINVOLTO SINDACO TERAMO – PSI E SEL PER DIMISSIONI CHIODI – Con l’accusa di corruzione e’ stato posto agli arresti domiciliari l’assessore alla Sanita’ della Regione Abruzzo Lanfranco Venturoni (Pdl) (Nella foto) – Stessa misura cautelare e’ stata adottata nei confronti di Rodolfo Di Zio, proprietario della Deco, un gruppo con sede legale a Santa Teresa di Spoltore che si occupa di rifiuti. Sui rifiuti c’e’ un’inchiesta della Procura di Pescara che ha emesso i provvedimenti firmati dal gip. Venturoni e’ stato arrestato dalla squadra mobile di Pescara a Teramo, dove risiede. Nell’inchiesta sarebbero coinvolte una quindicina di persone.
Gli indagati sono in tutto 12. Tra i destinatari di avviso di garanzia ci sono i senatori del Pdl Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi (ai tre viene contesta la corruzione) e l’ex assessore Daniela Stati che deve rispondere di favoreggiamento. Tra le accuse ipotizzate a vario titolo dalla Procura c’e’ anche l’istigazione alla corruzione.
Gli arresti sono stati richiesti dai pubblici ministeri Varone, Mantini e dal capo della procura Trifuoggi, e disposti dal gip Campli. Alla corruzione, vanno aggiunte le ipotesi di reato di peculato e abuso d’ufficio. L’inchiesta è una delle più importanti mai svolte in Abruzzo e , in sostanza, riguarda da due anni (tanto è durata) l’obiettivo di costruire nel Teramano un costoso inceneritore. Secondo indiscrezioni, da questa inchiesta principale è nata come ramificazione quella che ha portato in carcere Ezio Stati e altri.
Gli altri indagati sono Ettore Ferdinando Di Zio, nato a Civitella Casanova (Pescara), residente a Spoltore; Vittorio Cardarella, nato a Vasto, residente a Roma; Giovani Faggiano, nato e residente Brindisi; Sergio Saccomandi, nato e residente a Teramo; Ottavio Panzone, nato a Pescara e residente a Pianella (Pescara) e Paolo Bellamio, nato a Padova e residente a Venezia.
IL PSI: DIMISSIONI CHIODI – “L’arresto di Venturoni segna che il Governo Chiodi e’ giunto sul ciglio del fossato”. Lo dice il segretario regionale del Partito Socialista Italiano Massimo Carugno. “Quando, a distanza di poche settimane, ben due assessori regionali sono pesantemente coinvolti in inchieste giudiziarie e’ di tutta evidenza – dice Carugno – che, al di la’ degli aspetti giudiziari ed umani, sui quali per esprimere un giudizio e’ doveroso attendere il corso della giustizia, ci troviamo di fronte ad una smaccata ed ineluttabile crisi politica. Si tratta di evidenti segnali che l’operato e l’attenzione del governo regionale e’ molto ma molto distante dai problemi degli abruzzesi. Mentre l’Abruzzo stagna in una palude sociale ed economica stretto tra la morsa di una crisi economica senza precedenti da un lato, ed il continuo riproporsi degli irrisolti problemi derivanti dal sisma del 6 aprile 2009, il Governo regionale e’ evidentemente impegnato ad occuparsi di ben altri affari. Dopo la rivoluzione giudiziaria della vicenda Del Turco che ha portato ad un forzato cambio della guardia a palazzo dell’Emiciclo queste nuove vicende concludono evidentemente un ciclo e quindi rimettere la partita nelle mani degli elettori. Quindi – conclude Carugno – il presidente Chiodi ha una unica strada politica da percorrere: le dimissioni. Dal canto suo Chiodi ha espresso solidarietà a Lanfranco Venturoni, appena dopo le prime notizie sull’inchiesta e sul suo arresto domiciliare.
SEL TERAMO- “Con gli arresti di Venturoni e di Di Zio, e i tanti avvisi di garanzia tra cui quelli al Sindaco di Teramo e ai Senatori Di Stefano e Tancredi, si denota ancora una volta che il funzionamento della Regione Abruzzo e di altre strutture pubbliche non rispondono alle esigenze dei cittadini”. E’ quanto scrive in una nota il coordinatore provinciale di Teramo di Sinistra Ecologia e Liberta’ (Sel), Tommaso Di Febo che aggiunge: “Anzi! E’ la dimostrazione palese di un sistema del male affare che anziche’ aiutare a crescere il nostro territorio lo sta umiliando su scala nazionale! Corruzione! Corruzione! Corruzione! A questo punto viste le varie indagini nella Regione, e’ evidente che c’e’ una emergenza morale ma anche democratica! Per esempio – prosegue Di Febo – non e’ possibile continuare a far finta di non vedere i danni provocati non solo nel settore dei rifiuti ma anche della ricostruzione a L’Aquila e nella Sanita’. Settori che si sorreggono su un ceto economico ma anche professionale, che esprimono un “potere forte”, che si alimenta solo e soltanto di clientelismo e di privilegi. Pertanto a Chiodi ed alla Giunta chiediamo di dimettersi!”.
(Nelle foto dall’alto il sen.Di Stefano, il sen. Tancredi, il sindaco Brucchi e l’ex assessore Daniela Stati)
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