Chiodi: “Detto tutto, spero che basti”


L’Aquila – IL PROBLEMA? IL TRITACARNE MEDIATICO – Il presidente chiacchiera con i giornalisti e non lascia trapelare alcun astio verso il tritacarne mediatico che qualcuno ha messo in moto, nei giorni scorsi, a suo giudizio, per colpirlo. Spera solo che, dopo aver detto tutto ai magistrati, ieri sera durante due ore di colloquio a L’Aquila, sia finita. Precisa ancora: non sono indagato. Non ho ricevuto pressioni da nessuno e non ho preso caffè con Fusi. E’ bene ripeterlo, qualcuno ha orecchie poco sensibili o forse confonde un colloquio come persona informata dei fatti, con un interrogatorio da indagato. Non si sa mai. Comunque Chiodi ribadisce a tutti i cronisti: “Onesta’, trasparenza, rigore e legalita’ sono da sempre le parole chiave del mio operato. Non c’e’ motivo di sospettare un mio coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria. In questi giorni sono stato semplicemente ascoltato – e non interrogato come e’ stato scritto – come persona informata sui fatti, chiamato a dare il mio contributo alla fase di indagine. Non sono, quindi, ne’ indagato ne’ imputato”. Il presidente continua ritualmente: “Ho fiducia nell’operato della magistratura che ritengo stia facendo un buon lavoro portando avanti le indagini con professionalita’ ed equilibrio . Il vero problema resta un ‘tritacarne mediatico’ inaccettabile. I giornalisti sono tenuti ad una verifica attenta della notizia prima della sua diffusione, al rispetto della verita’ sostanziale dei fatti e, pertanto, la liberta’ di informazione e di critica non giustifica questo stillicidio che mina la dignita’ e l’immagine dell’uomo e del politico”.
(Nella foto: Chiodi con Bertolaso, che dovrà essere anch’egli sentito in Procura)


21 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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