“Che pessima idea quella di Maroni”


L’Aquila – Riceviamo da Franco Taccia: “Gentile Direttore, La prego di ospitare questa lettera di argomento futile, una volta tanto e ben sapendo, conoscendoLa, il suo pensiero in materia di sport e conseguentemente in materia di violenza negli stadi, e non solo in quelli.
Domani, 19 settembre, è in programma al Comunale de L’Aquila (lo stadio non il teatro, che purtroppo è distrutto) una partita di calcio. Che si affrontino L’Aquila è Giulianova è di importanza secondaria. Il fatto è che, nel rispetto della pessima idea del ministro Maroni e delle relative disposizioni di legge, chi, non avendo sottoscritto la famigerata tessera del tifoso e volendo (?) comunque assistere al match come ospite, fuori casa, non potendo a norma di legge entrare dalla porta entra dalla finestra. Mi spiego. I tifosi del Giulianova che solitamente si posizionano nella curva dello stadio Fadini, i piu’ vivaci, diciamo così, uniti come prassi nei gruppi ultra’ (brutto termine ma così vengono comunemente appellati), potranno domani tranquillamente assistere alla partita prendendo posto in tribuna, il settore da sempre frequentato dalla parte piu’ tranquilla del tifo, a L’Aquila ed altrove.
La domanda è semplice. Ma perche’ creare i presupposti per scontri e disordini che spesso, piaccia o non piaccia, si determinano proprio a causa del contatto ravvicinato fra opposte tifoserie?.
Siamo tutti daccordo che un incontro di calcio dovrebbe essere solo occasione di svago ma il problema esiste, come si sa che dovunque ci sia gran numero di persone possono realizzarsi situazioni spiacevoli, come puo’ avvenire in un concerto rock o anche nella metropolitana a Roma, senza che a nessuno venga in mente di impedire i concerti o chiedere il certificato di battesimo a chi entra nel metro.
Mi permetta infine, visto che l’ho definita pessima, spiegare perche’ la “tessera del tifoso” è una sciocchezza che non risolve un bel nulla. Una prima motivazione l’ho spiegata poc’anzi, se è vero come è vero che pur potendolo evitare si fanno sistemare nel medesimo settore tifoserie opposte. Un altro aspetto è che se l’idea doveva servire per tenere sotto controllo i gruppi organizzati, ecco che i medesimi hanno brillantemente aggirato il problema. Non si parte piu’ come gruppi ma si entra ugualmente alla spicciolata, ricreando il gruppo dentro lo stadio.
Bastava fare come in Germania o nella stessa Inghilterra. Tutti i posti numerati, divisi in settori identificabili per mezzo di colori diversi uno dagli altri. Steward che anziche’ la partita guardano gli spettatori. Il risultato è che in quelle nazioni il tifo è uno spettacolo e chiunque è sotto controllo anche se si alza per andare a fare pipì.
Se si vuole stroncare la violenza non si risolve certo il problema fornendo a chi potrebbe scatenarla un tesserino di plastica con banda magnetica e foto”.
(Ndr) – Del problema, caro Taccia, non pensiamo nulla, essendo mille miglia lontano dai nostri interrogativi esistenziali. Se il calcio non esistesse, per noi sarebbe indifferente. Per quel poco che sappiamo, ci risulta che in altri paesi dove la tifoseria è turbolenta, il problema lo hanno in qualche modo risolto. Vadano in quei paesi e imparino come si può fare. Ci riempiamo la bocca di America e di Inghilterra, ma ci guardiamo bene dall’imitare le loro cose buone. Abbiamo sentito dire che l’assessore allo sport si vanta di aver concluso i lavori per la curva, non sappiamo se nord o sud, in anticipo. Se avesse fatto qualcosa di più utile, sarebbe stato meglio, ma sicuramente hanno dei diritti anche i tifosi. Bene, ci pensi questo assessore a garantire la sicurezza allo stadio


18 Settembre 2010

Categoria : Dai Lettori
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