L’opinione – Profezie, procura e carabinieri
L’Aquila – (di G.Col.) – I giornali hanno riferito con qualche evidenza che nei giorni precedenti il 14 settembre nella zona dell’alta Valle dell’Aterno – interessata in precedenza a lungo da un inquietante sciame sismico – c’erano state delle “profezie”, secondo le quali la notte tra 14 e 15 settembre (mancava l’indicazione dell’ora esatta, che volete…) sarebbe arrivato un forte terremoto. A diffondere tali profezie sarebbe stata una persona (forse di sesso femminile) alla quale avevano dato ascolto in tanti: la notte indicata per la sventura in parecchi hanno infatti dormito all’aperto. Non è accaduto nulla, anzi lo sciame pare essersi esaurito, anche se non bisogna mai dire nulla. Con il terremoto nessuno può farlo in scienza e coscienza, lo sappiamo bene.
La profezia ha comunque diffuso ansia, paura, voci incontrollate e ha turbato l’ordine pubblico. Come dire: notizie false, tendenziose e allarmistiche, o se volete procurato allarme. Un qualcosa che può portare guai ad un giornalista. Tanto per fare un esempio. Ma non li porta ai diffusori di profezie.
Non risulta che la procura o i carabinieri (ma ci sono a Montereale? L’elenco telefonico dice di sì) abbiano avviato indagini per identificare il propalatore di profezie o come si vogliano chiamare. Noi le chiameremmo “fregnacce”, ma forse è un termine volgare. Che sia un reato un simile comportamento, invece, è certo. Che sia facile arrivare a identificare gente del genere, anche interrogando un po’ di creduloni, è fuori di dubbio. Montereale è molto meno di una metropoli.
Ci sono una procura, una prefettura, e dei carabinieri, o mancano pure quelli in un paese che non ha nè un sindaco, nè un vero commissario prefettizio? Dov’è lo Stato a Montereale? La palla di vetro, quella c’è sicuramente.
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