PSI e Gervasi su unificazione ospedali Ch-Pe


Sulmona – (di Massimo Carugno, segretario regionale PSI) – Non fa altro che reiterare la filosofia sino ad ora seguita dal Governo Regionale che ritiene che l’unico modo per contenere la spesa della sanità sia quella di fare dei tagli. Si dimentica, o si finge di dimenticare, che la sanità è un servizio essenziale e la strada maestra è che deve arrivare il più e il meglio possibile, ai cittadini ovunque essi siano, anche nelle aree interne e decentrate, col minimo dei costi per i cittadini stessi e non per l’ente gestore del servizio
Questi meccanismi di accorpamento, finalizzati alla illusoria chimera del risparmio, alla fine realizzano solo dei colossi sanitari, attorno ai quali rischia di crearsi una vera e propria giungla in cui interessi economici di tremila caste diverse competono tra loro in una battaglia sanguinaria in cui le uniche vittime che rischiano di restare sul campo sono solo i cittadini.
E poi troppi sono i nodi da sciogliere:
1) come fondere le due ASL che nelle loro competenze non hanno solo i due Ospedali;
2) come accorpare i reparti;
3) come accorpare due strutture organizzative di cui una è sede universitaria;
4) come distribuire le scuole specialistiche che dipendono dalla sede universitaria;
5) a chi far gestire le discipline universitarie.
Non vorremmo che questa iniziativa rappresenti l’autostrada su cui far correre l’annunciato accorpamento delle strutture sanitarie private dei gruppi Spatocco – Pierangeli, specie ora che il terzo incomodo (Angelini) è fuori gioco.
Per migliorare il servizio sanitario che arriva ai cittadini bisogna invece ripensare la sanità abruzzese riconvertendo tutte le strutture esistenti per ridistribuire il servizio in TUTTO il territorio regionale.

GERVASI – Si accende il dibattito intorno alla proposta dell’Udc pescarese di creare un’unica azienda ospedaliera tra Chieti e Pescara, e si registrano già pareri discordi. Interviene sull’argomento Vittorio Gervasi, ex assessore alla famiglia del Comune di Montesilvano:”La proposta dell’Udc va nella direzione giusta – dichiara Gervasi – è un non senso avere strutture ridondanti a distanza di pochi chilometri. Inoltre, con l’imminente varo di una riforma dello stato di stampo federalista, sarà ineludibile fondere aziende ospedaliere limitrofe. Non ci saranno più le risorse per mantenere un sistema sanitario che duplica i reparti con il conseguente aggravio di costi e con sacche di inefficienza tanto note agli utenti della sanit&a grave; pubblica. Diversamente, per mantenere in piedi l’attuale sistema, i cittadini saranno chiamati a pagare pesanti imposte. Non dimentichiamo che già oggi in Abruzzo si paga l’addizionale irpef più alta proprio per finanziare il disavanzo prodotto dall’ingente spesa sanitaria che assorbe oltre l’80% del bilancio regionale. Del resto, e non credo capiti per caso, anche la sanità privata si sta riorganizzando, attraverso accorpamenti piuttosto che duplicazioni. Aggiungiamo infine – conclude Gervasi – che molti cittadini di fatto già operano scelte, per le loro cure sanitarie, nell’area metropolitana rivolgendosi, a seconda del tipo di prestazione, su Chieti o Pescara in base alla professionalità ed efficienza del personale medico e paramedico. Come spesso accade – conclude Gervasi – la realtà anticipa la politica”.


18 Settembre 2010

Categoria : Politica
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