Gli assordanti silenzi dell’ANCE e i proclami del primo cittadino sui ritardi delle imprese


Paganica – (Nella foto il salone dell’ANCE: vi si parla molto e di molte cose, non delle imprese però) -L’imprenditore Luigi Palmerini ha diffuso la seguente lettera aperta: “La stampa di ieri riportava un intervento, del Sindaco/Vice Commissario alla Ricostruzione, relativo alla possibile revoca dei benefici per i soggetti proprietari di immobili classificati B e C che ritardassero l’ultimazione dei lavori oltre il termine di sei mesi dalla data di pubblicazione del contributo ricevuto. Abbiamo inutilmente atteso che trascorresse l’intera giornata nella speranza, vana, di un intervento dell’Associazione costruttori provinciale (l’ANCE), la nostra associazione di categoria. Nulla è successo ed allora riteniamo necessario un intervento diretto.
Ammoniva – e suggeriva – il Sindaco/Vice Commissario alla Ricostruzione di prevedere, nei contratti di affidamento dei futuri lavori, penali e clausole di risarcimento a carico delle imprese, collegando direttamente, ed esclusivamente, il mancato rientro di centinaia e centinaia di famiglie nelle loro case B e C (questo è quanto appare dalla lettura dei dati periodicamente forniti dalla Sge) a presunti ritardi delle imprese nella conclusione dei lavori.
Abbiamo riscontrato un assordante silenzio dell’ANCE dalla quale, invece, ci saremmo aspettato un fermo comunicato indirizzato a tutti i soggetti che sovrintendono alla movimentazione del denaro pubblico, nella quale si precisassero i veri termini della questione.
L’ANCE provinciale avrebbe dovuto chiarire che oltre ai ritardi di alcune imprese inadempienti – che vanno certamente punite – esistono ben altri ritardi che sono (questi si) intollerabili, ma che riguardano le lungaggini nei tempi di pagamento delle opere eseguite dalle imprese; avrebbe dovuto rammentare (come peraltro pare abbia fatto il Dirigente dell’Area sisma) che per lavori effettuati già da molti mesi, giacciono in alcuni uffici fatture delle imprese emesse addirittura già da quasi un anno (ed in alcuni casi anche di più); avrebbe dovuto rappresentare che i veri finanziatori delle opere (specialmente per quelle di puntellamento) sono le imprese che le hanno realizzate e che, almeno alcune economicamente più deboli, saranno portate al fallimento prima di vedere arrivare i dovuti pagamenti.
Altro che penali (giustissime ed auspicabili per le imprese ritardatarie); alle imprese creditrici bisogna pagare i lavori eseguiti e, forse, anche gli interessi per i ritardi, sempre intollerabili, sia per l’ultimazione dei lavori che per il pagamento delle fatture.
Queste ed altre cose ci saremmo aspettati di leggere, ma l’Associazione è bloccata (almeno così appare) da problemi interni (alcuni li chiamano “lotte intestine”) che certamente – almeno per loro – sono più importanti della difesa della categoria e della dignità degli Imprenditori. Però, siccome siamo fiduciosi nel futuro, siamo sicuri che qualcosa cambierà! Questo è l’auspicio”.
(Ndr) – Quando si parla di cricche, ci si riferisce a ben altri episodi e personaggi, e dunque non è il caso di fare accostamenti con la situazione aquilana. Se ci sono indagati anche nell’ANCE, vale il principio dell’innocenza fino a sentenza di condanna pronunciata. Ma tanti anni fa un sindaco che la sapeva lunga, Enzo Lombardi, per L’Aquila parlò di cupole. Non si riferiva a quella celebre di S.Bernardino. Le benemerite imprese aquilane che producono lavoro, occupazione, e sana imprenditoria non solo locale, dovrebbero farsi rappresentare meglio: in tutti i sensi e a tutti i livelli. E’ un consiglio, ma siamo sicuri che Palmerini e tanti altri non hanno bisogno di molte altre parole. Condividiamo con lui la certezza “che qualcosa cambierà”. Ci mancherebbe altro…


17 Settembre 2010

Categoria : Dai Lettori
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