14 comuni vibratiani davvero con le Marche?


Ascoli – Prende corpo un’iniziativa che, se arriverà in porto, “amputerà” una bella fetta della provincia di Teramo per diventare territorio marchigiano, nella provincia di Ascoli. Ben 14 comnuni e decine di migliaia di abitanti, con la spiaggia d’argento di Alba e la vasta estensione litoranea di Martsinsicuro-Villa Rosa, e molti altri centri importanti, oggi in Val Vibrata. Una raccolta di firme in quattordici comuni e una vasta campagna di sensibilizzazione nei confronti dei consigli comunali interessati per l’indizione di un eventuale referendum. Sono questi i prossimi passi che i rappresentanti del Comitato Vibrata Picena – che caldeggia e promuove il passaggio dei centri della Val Vibrata dalla provincia di Teramo a quella di Ascoli Piceno, quindi dall’Abruzzo alle Marche – hanno illustrato al presidente del Consiglio provinciale di Ascoli, Armando Falcioni, nel corso di un incontro che si e’ tenuto a Nereto, nel teramano. “La visita di Falcioni e’ stata un atto doveroso e di cortesia ? si legge in una nota della Provincia di Ascoli -, una sorta di simbolico ringraziamento per l’alta considerazione che il comitato ha dimostrato verso la provincia picena. Ovviamente Falcioni si e’ limitato ad ascoltare le ragioni storiche, culturali, economiche e sociali che fanno ritenere quasi naturale il passaggio della parte settentrionale della provincia di Teramo verso la sponda marchigiana”. E si aggiunge: “Ascoli Piceno e l’intera vallata del Tronto rimangono un punto di riferimento per territori limitrofi appartenenti ad altre entita’ amministrative. Le recenti iniziative di comuni del reatino e i protocolli di intesa con il comune di Norcia dimostrano come Ascoli Piceno sia il vero capoluogo di un Piceno ideale che comprende margini di territori di quattro regioni e quattro province”. Secondo il presidente del Consiglio provinciale “tutto cio’ sta a dimostrare che la provincia di Ascoli necessita di una politica a parte nel contesto marchigiano e manifesta la necessita’ che, almeno in territori di confine, la normativa regionale sia necessariamente armonizzata per evitare fenomeni di reciproca ‘concorrenza sleale’”. (AGI) Cli/An/Vic


16 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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